CITTADINI VENEZIA - I veneziani si stanno abituando ai cambiamenti imposti dal

CITTADINI VENEZIA - I veneziani si stanno abituando ai cambiamenti imposti dal
CITTADINIVENEZIA - I veneziani si stanno abituando ai cambiamenti imposti dal coronavirus. La città è vuota, senza turisti. E i residenti si adattano alla nuova vita. Alla...

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CITTADINI
VENEZIA - I veneziani si stanno abituando ai cambiamenti imposti dal coronavirus. La città è vuota, senza turisti. E i residenti si adattano alla nuova vita. Alla Giudecca pochi i passanti, i locali rispettano le direttive governative e chi è in coda generalmente sta a un metro almeno da chi precede. Perché se in zona Palanca la situazione è sotto controllo, diverso è il caso del supermercato che si trova al Redentore. Tante le persone che lì non rispettano le distanze e c'è anche chi è andato a sbattere contro altri clienti per la fretta di uscire dal supermercato. Alla Palanca le cose vanno diversamente, la natura sta riprendendosi lo spazio a lei tolto e le anatre che solitamente stazionano in campo San Cosma e Damiano si spingono anche oltre. Del resto, il canale della Giudecca è mosso solo dalla corrente, dal vento e dai pochi mezzi di trasporto dell'Actv che avanzano a velocità contenuta.

L'assenza di barconi e barchini sfreccianti ha fatto sì che il panorama sia cambiato e osservare lo specchio d'acqua come non lo si vedeva da tempo ha un fascino diverso. In prima linea sono rimasti supermercati, farmacie e chi vende il pane, ma la cosa che è aumentata sono le chiacchiere. Seppur a distanza di sicurezza, tra chi è in coda e chi passa magari per portare fuori il cane la battuta c'è e la città riscopre il senso di comunità e di vicinanza. Sono lontani i tempi delle polemiche, anche aggressive, sui vari problemi della città, oggi si parla di quando tutto finirà, di cosa fare quando si è a casa e ci si gode la pausa di riflessione forzata. Semmai forse a soffrire di più di tutto questo sono gli anziani soli, perché per coloro che devono uscire per fare la spesa c'è la possibilità di confrontarsi.
Dopo i primi giorni in cui il susseguirsi di provvedimenti da parte del presidente del Consiglio dei ministri aveva creato un po' di difficoltà ad adattarsi, negli ultimi giorni pare che le cose siano cambiate. Nei negozi sono apparse per terra linee di separazione e quando qualcuno non le vede o non rispetta gli ingressi contingentati, sono subito chiamati all'ordine.
CAMBIO
E se sui social c'è chi inneggia a complotti internazionali e paure più o meno giustificate dalle fake news, la cosa che si può vedere nella realtà è che il rispetto delle norme pare essere la strada imboccata dalla maggior parte dei residenti. Alla fine, le cose sono cambiate, ma osservando da vicino i comportamenti, non è che tutto sia impossibile. Se prima le code si facevano alla cassa, ora si fanno all'esterno, approfittando dei minuti di attesa per restare al sole.
Se prima in pochi avevano le mascherine, negli ultimi giorni ne sono apparse di più, ma questo contribuisce a far sì che le persone si guardino di più negli occhi, si scruti chi ci sia sotto la protezione e, una volta riconosciuti, ci si scambi un sorriso con gli occhi. I veneziani sono consapevoli del rischio, anche se in città gli ultimi dati sono abbastanza statici con quattro pazienti in terapia intensiva e dieci in area non critica. Frutto del fatto che forse le misure di contenimento potrebbero essere la strada giusta per uscire dal tunnel.
BATTENTI CHIUSI
Un sabato mattina molto particolare quello di ieri anche nella zona di campo San Barnaba e Campo Santa Margherita. Tutti i bar, ristoranti e negozi erano chiusi e anche alcune attività che potrebbero essere aperte, come l'edicolante di campo San Barnaba, hanno chiuso prudentemente i battenti. Le calli e i campi sono quasi deserti, in giro solo poche persone, per lo più con il carrello della spesa o con il cane. Solo qualche giovane passeggiava con gli amici in gruppo, incuranti dei possibili controlli delle forze dell'ordine. Gli unici aperti a San Barnaba erano il fornaio e il tabaccaio dove si entrava contingentati, uno o due alla volta; poco distante, nella vicina fondamenta, alla barca di frutta e verdura la gente era diligentemente in fila per l'attesa, rispettando le distanze di un metro tra una persona e l'altra. Peccato però che una volta serviti i clienti si addossavano spesso agli altri per vedere meglio la merce. Più diligenti i clienti dei banchi del pesce e di frutta e verdura in campo Santa Margherita che si accostavano all'attività una persona per volta. Il servizio in farmacia invece viene da qualche giorno effettuato attraverso la finestrella usata per i turni: una scelta quasi obbligatoria, data la difficoltà di far rispettare le distanze di sicurezza nel locale.

Tomaso Borzomì
Daniela Ghio
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Il Gazzettino