Cimolai diffida: «Non date i lavori a Fincantieri»

Cimolai diffida: «Non date i lavori a Fincantieri»
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VENEZIA La lettera di diffida è arrivata ieri in Provveditorato. La Cimolai, come era prevedibile, non ci sta ad essere estromessa dai lavori di manutenzione del Mose. Ha presentato ricorso in appello contro l'ultima, recentissima sentenza del Tar del Veneto, favorevole alla concorrente Fincantieri. E in attesa del pronunciamento del Consiglio di Stato, diffida il Provveditorato a dare seguito alla gara d'appalto e il Consorzio Venezia Nuova a stipulareil contratto con la Fincantieri. Una lettera molto dura, quella fatta recapitare a Venezia, dalla società di Monfalcone in cui si stigmatizza il Cvn per non aver assegnato i lavori alla Cimolai nei tempi previsti, si invoca l'imparzialità di giudizio, si ipotizzano mancanze di requisiti da parte di Fincantieri, si minacciano richieste di danni personali nel caso si proceda senza attendere il giudizio del Consiglio di Stato. Insomma, l'ennesimo intoppo nell'assegnazione di questi lavori di manutenzione sempre più urgenti, visti i danni che stanno patendo le paratoie, tra fenomeni di corrosione, perdita di vernice, incrostazioni.

La vicenda di questo appalto da 18 milioni per la schiera di Treporti, sott'acqua ormai dal 2013, è intricata, con due gare indette per lo stesso oggetto. Nel gennaio scorso la Cimolai si era aggiudicata la gara numero 54, che poi però non è stata assegnata. La Fincantieri con il suo raggruppamento di imprese tra cui Fagioli, Berengo e Sir, ora ha ottenuto dal Tar l'assegnazione della gara precedente, la numero 52, da cui nel 2018 erano state esclusi tutti i concorrenti (Fincantieri e Cimolai incluse). Proprio per questo era stata indetta la seconda gara. (r. br.)
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Il Gazzettino