Ciao Gabbris, ci manchi già

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La città ieri si è fermata per salutare per l'ultima volta il maestro Gabbris Ferrari. Lo scenografo e regista rodigino è spirato sabato dopo una lunga malattia. Ad accogliere la salma in Duomo, una folla di amici, parenti ed estimatori dell'artista. La chiesa era gremita di volti noti della politica e della cultura, dagli ex sindaci Fabio Baratella, della cui giunta Ferrari fece parte, Fausto Merchiori, ora presidente del Conservatorio Venezze, e Paolo Avezzù. Ma a salutare per l'ultima volta Gabbris c'erano tanti dipendenti comunali, in particolare del Teatro Sociale. Tra questi Angela Baruchello, salita sul pulpito per lasciare un suo ricordo del maestro «che se n'è andato troppo presto lasciandoci tutti senza le sue ispirazioni e i suoi colpi di genio».

Tra i banchi anche l'ex presidente della Provincia Tiziana Virgili, i vertici dell'Accademia dei Concordi, i rappresentanti dei vari partiti, da Nadia Romeo per il Pd, a Diego Foresti per il Prc, a Giovanni Nalin per Sel, l'amico giornalista Sergio Garbato con cui ha collaborato per tanti anni, gli ex assessori alla Cultura Federico Frigato, e all'Urbanistica Andrea Bimbatti e Gigi Osti, il consigliere regionale Graziano Azzalin, i responsabili di Minimi teatri e del Lemming. Nei primi banchi la famiglia chiusa nel dolore durante la cerimonia. Un lungo applauso ha accompagnato l'uscita della bara sul sagrato. L'ultimo tributo di Rovigo a uno dei suoi più illustri artisti.
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Il Gazzettino