Una recente pronuncia giudiziaria segna un primo punto a favore, ma la bomba resta innescata. E l'esplosione rischia di coinvolgere un gran numero di famiglie anche nella Marca:...
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Il meccanismo è complesso: in sintesi, il finanziamento è in euro e in questa moneta i vari intestatari continuano a ricevere estratti conto e documentazione. La rivalutazione del capitale, tuttavia, è legata alla divisa elvetica: questa formula - era stato illustrato al momento della stipula - consentiva tassi più favorevoli, grazie all'indice Libor (collegato, appunto, al franco), anzichè all'Euribor. L'apprezzamento del franco svizzero rispetto alla moneta europea, però, sta penalizzando gravemente i sottoscrittori. Il problema diventa evidente solo dopo circa metà del piano di rientro oppure quando si chiede l'estinzione anticipata del mutuo. Ad esempio, chi dieci anni fa ha acceso un prestito trentennale da 145mila euro, nonostante il pagamento delle rate mensili, secondo i calcoli dell'organizzazione oggi si trova a dover restituire alla banca tra 160 e 170mila euro (in base al cambio), invece dei circa centomila residui con una tipologia comune di mutuo. Per questo, sottolineano dall'associazione, molti non si sono resi conto a lungo di cosa stava succedendo. E parecchi non ne avrebbero piena consapevole neppure oggi.
La platea degli interessati, dunque, potrebbe essere molto estesa. Secondo le stime di Tuconfin, proprio il Veneto sarebbe tra le regioni più colpite: oltre a Treviso, nel Vicentino i mutui Barclays di questo tipo sarebbero quasi duemila. Un'ordinanza emessa dal Tribunale di Roma lo scorso 27 dicembre ha aperto un primo spiraglio: il giudice, infatti, ha imposto all'istituto britannico di rimborsare 85mila euro ad un mutuatario, ritenendo non rispettati gli obblighi di trasparenza e di chiarezza al momento della sottoscrizione. Già in passato vi sono state alcune pronunce favorevoli ai clienti da parte dell'arbitro bancario finanziario (un organo per la risoluzione delle controversie in materia, senza dover ricorrere alla giustizia ordinaria). Gli effetti, però, non erano stati quelli sperati dall'associati. Che a questo punto sono pronti a imboccare la via dei Tribunali.
R.T.
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Il Gazzettino