Ci siamo trovati all'improvviso di fronte a un'emergenza epocale che ci ha stravolti

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Ci siamo trovati all'improvviso di fronte a un'emergenza epocale che ci ha stravolti e prima di tutto, doverosamente, impone di tutelare la salute pubblica e la vita delle persone. Tutti ci auguriamo che il coronavirus sia sconfitto nel più breve tempo possibile per tornare al più presto alla vita ordinaria. Attualmente, in Veneto, possono restare aperte 116.643 unità locali del Terziario di mercato su un totale di 301.127 (pari al 39%), per 425.771 addetti operativi, su un totale a pieno regime di 985.816 (43%). Già sin d'ora è necessario non farsi trovare impreparati per quando la pandemia sarà passata e il lavoro dovrà rimettersi in moto. L'ultimo decreto non ha cambiato la sostanza di una situazione già contrassegnata, nelle scorse settimane, da chiusure di massa di attività impossibilitate a proseguire. Mentre combattiamo la battaglia più importante, in giorni che gli esperti definiscono decisivi, dobbiamo comunque tenere lo sguardo orientato a quando il peggio sarà passato, per far sì che al momento giusto l'economia possa ripartire, davvero. I 25 miliardi stanziati dal governo evidentemente non possono bastare. Ci auguriamo che le indiscrezioni su un nuovo intervento per i primi di aprile trovino conferme. Le imprese hanno urgente bisogno di liquidità, di accesso al credito, di sburocratizzazione. E servono risorse per garantire il mantenimento del posto di lavoro ai dipendenti forzatamente lasciati a casa: l'accesso alla Cassa integrazione anche per le aziende che non superano i cinque dipendenti rappresenta un passo importante che, però, vista la platea dei potenziali beneficiari, necessita di finanziamenti ben più consistenti di quelli ipotizzati. Ultimo, ma non ultimo, c'è la partita fiscale su cui occorre cambiare approccio. Viene disposto un rinvio del pagamento dei tributi, centrali e locali, per attività che di fatto (perché sono rimaste senza mercato) sono chiuse già da diverse settimane, a cui ora si aggiungono quelle chiuse di diritto (per decreto). È del tutto evidente che a fronte del totale mancato guadagno, più che la posticipazione va prevista la moratoria. L'emergenza che dobbiamo affrontare ci impone di rifondare il sistema, dialogando con le istituzioni e collaborando con le forze sindacali. Ma senza queste misure, quando la svolta sarà finalmente possibile, rischiamo di trovarci davanti alla dura realtà di una ripartenza impossibile.

*presidente di Confcommercio Veneto
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Il Gazzettino