«Ci siamo salutati prima dell'incidente Amava il rally ma non era spericolato»

«Ci siamo salutati prima dell'incidente Amava il rally ma non era spericolato»
IL RICORDOSAN FIOR «L'ho visto verso mezzanotte, tra sabato e domenica, al Mamilla di San Vendemiano. Era lì con una compagnia di amici. Non potevo immaginare che di lì a 4 ore...

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IL RICORDO
SAN FIOR «L'ho visto verso mezzanotte, tra sabato e domenica, al Mamilla di San Vendemiano. Era lì con una compagnia di amici. Non potevo immaginare che di lì a 4 ore sarebbe morto. L'ultimo ricordo che ho di lui è il suo sorriso. Era un ragazzo solare, travolgente, vulcanico. Niente lo poteva fermare. Solo la morte ci è riuscita». Letizia Vazzola conosce Massimo Pizzol da quando ha cominciato a frequentare le elementari. «Eravamo a scuola insieme, dopo le elementari anche alle medie. Poi, scelte diverse ci hanno separato. Ma l'ho ritrovato per la sagra dei coscritti. Mi aveva coinvolto e mi ero lasciata trascinare dal vortice ben volentieri. Era un ottimista, vedeva il lato positivo in qualunque cosa e in qualsiasi persona. Non si poteva non restare abbagliati dalla sua luce». Letizia aggiunge: «Hanno detto anche a me che non aveva la cintura in auto. Ma non posso credere che non ci sia più».

LE PASSIONI
Letizia ricorda le uniche due grandi passioni di Massimo: gli amici e la velocità. «Amava le gare di rally e, quando poteva, cercava di andare a vederne qualcuna. Ma non era spericolato. Era un ragazzo con la testa sulle spalle, che aveva preso da poco la patente e guidava un'utilitaria». E poi gli amici. «Si faceva in quattro per le persone alle quali voleva bene. Aveva legami bellissimi sia con i ragazzi che con le ragazze». E l'ultimo pensiero corre alle 4,30 di domenica mattina. «Probabilmente stava accompagnando Riccardo. E poi sarebbe tornato a casa sua. Invece, a casa non è mai arrivato. Lascia un grande vuoto e tanto, tanto dolore».
IL SINDACO
Il sindaco di San Fior, Gastone Martorel conosce molto bene la famiglia e conosceva anche Massimo. «Gli ho fatto fare alcune ore di lavori socialmente utili perchè aveva combinato qualche ragazzata a scuola. Stupidaggini. Non ricordo nemmeno se era salito sul tetto della scuola o aveva svuotato un estintore». Poi, però, si ferma. «Il papà di Massimo, dopo la tragedia, mi ha detto che se gli avessi dato non 10 ore ma 1000 ore di lavori socialmente utili forse lui sarebbe ancora qui. Ecco, mi sono sentito tremare la voce. Cosa si può dire per consolare un padre che perde il suo bellissimo figliolo a 18 anni? Con una vita davanti?». Il primo cittadino non si dà pace: «È un lutto per tutto San Fior. I Pizzol abitano a San Fior di Sotto e lì si conoscono tutti. È una comunità coesa. Pensare che Massimo non c'è più è davvero terribile. Quando lavorava per il Comune tagliava l'erba, raccoglieva i mozziconi di sigaretta che qualche maleducato butta per terra. Insomma, si rendeva utile e capiva che la comunità è di proprietà di tutti».

L'ultimo appello lo lancia Andrea Dan, presidente dell'associazione Manuela sicurezza stradale: «State vicini alla famiglia, non oggi o domani. Ma per mesi e mesi. Il dolore non passa mai».
V.L.
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Il Gazzettino