Ci sono due filmati sulla tragedia di Carmignano di Sant'Urbano. Due riprese fatte

Ci sono due filmati sulla tragedia di Carmignano di Sant'Urbano. Due riprese fatte
Ci sono due filmati sulla tragedia di Carmignano di Sant'Urbano. Due riprese fatte con i cellulari che ricostruirebbero la fuga, l'aggressione al vicebrigadiere dei carabinieri e...

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Ci sono due filmati sulla tragedia di Carmignano di Sant'Urbano. Due riprese fatte con i cellulari che ricostruirebbero la fuga, l'aggressione al vicebrigadiere dei carabinieri e l'uccisione di Mauro Guerra, il trentatreenne commercialista che era fuggito dall'ambulanza che doveva portarlo nell'ospedale di Schiavonia. La notizia è ufficiale. I due filmati sarebbero già stati consegnati al pubblico ministero di Rovigo, Fabrizio Suriano, che sta indagando sulla tragedia.

Ebbene, si tratterebbe di due filmati fatti dagli uomini dell'Arma che riprenderebbero il giovane mentre picchia violentemente il vicebrigadiere Stefano Sarto, che era riuscito ad infilargli una manetta ad un polso. E riprenderebbe il maresciallo Marco Pegoraro, comandante i carabinieri di Sant'Urbano, che spara due colpi in aria e poi mira al braccio del giovane commercialista che continua a picchiare il vicebrigadiere anche dopo essere stato ferito.
Su questa tragedia ci sono voci e testimonianze, vere o false, che si rincorrono continuamente. Ebbene, questi due filmati dovrebbero illustrare al magistrato la dinamica dei fatti. Secondo le voci di paese, anche un amico di Mauro Guerra, che avrebbe incontrato il giovane commercialista durante la sua fuga in zona artigianale, avrebbe filmato le scene della tragedia. Aveva incontrato il trentatreenne prima che entrasse nella campagna inseguito dal vicebrigadiere Sarto.
Nell'immediatezza del fatto si era anche diffusa la voce che fosse stato il brigadiere Sarto a freddare Guerra. Steso a terra, e gravemente ferito, avrebbe trovato la forza di estrarre la pistola d'ordinanza e sparare al buttafuori che cercava di scappare. Una ricostruzione fornita da un parente della vittima ai cronisti. Anche un amico di Guerra ha dichiarato di aver assistito alla stessa scena. Ebbene, nessun teste sentito dai militari del Nucleo investigativo ha attribuito responsabilità a Sarto.
L'autopsia sul corpo di Mauro Guerra conferma le prime risultanze investigative. Dall'esame del cadavere, compiuto dal medico legale Lorenzo Marinelli in presenza dei consulenti di parte, Luca Massaro per la difesa e Giovanni Cecchetto per la parte offesa, è emerso che un solo proiettile ha provocato la morte di Mauro Guerra, deceduto per le conseguenze di un'emorragia interna. Due fori, uno in entrata e l'altro in uscita, suffragano la ricostruzione fornita dai carabinieri. Il colpo sparato dalla pistola del maresciallo Pegoraro ha leso il fegato e altri organi vitali del buttafuori. «È una prima conferma del fatto che Pegoraro ha sparato per difendere il collega a terra. Il maresciallo è consapevole di avere ucciso un uomo ma è intervenuto per salvare la vita di Sarto», dice l'avvocato Stefano Fratucello, difensore del militare.

Il pubblico ministero Suriano ha iscritto il maresciallo Marco Pegoraro nel registro degli indagati con l'ipotesi d'accusa di omicidio colposo. Il maresciallo Pegoraro è un sottufficiale stimato e con una carriera di tutto rispetto. Da qualche giorno è in congedo, anche per permettere ai suoi colleghi di indagare sul suo conto. Pegoraro ha sparato per difendere il collega vicebrigadiere sul quale Mauro Guerra si era accanito e lo stava massacrando. Il maresciallo Pegoraro andava avanti e indietro fin dal mattino dall'abitazione del giovane commercialista. Sapeva che il trentatreenne era in una crisi impressionante e aveva fatto di tutto per convincerlo a farsi ricoverare all'ospedale di Schaivaonia. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino