Chiuso il centro massaggi a luci rosse

Chiuso il centro massaggi a luci rosse
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Esternamente appariva come un tradizionale centro estetico, ingentilito da raffinati motivi orientali diretti a suggestionare la clientela a sperimentarne l'atmosfera di delicato e riservato relax. Ma l'anomalo andirivieni di avventori, tutti di sesso maschile, che rimanevano nei locali per un periodo di tempo piuttosto contenuto, aveva cominciato a destare sospetti. È cominciata così, a primavera, un'indagine della Guardia di Finanza di Udine che ha portato alla luce un centro massaggi a luci rosse, posto ora sotto sequestro su ordine del gip Francesco Florit. I sigilli ai locali del centro massaggi, con sede a Pradamano, sono stati apposti mercoledì dalle Fiamme gialle. E il titolare, un imprenditore cinese, 52 anni, residente a Milano, è stato denunciato alla Procura per sfruttamento della prostituzione. Le indagini, coordinate dal pm Giorgio Milillo, sono state condotte dai militari del Nucleo di Polizia Tributaria di Udine agli ordini del tenente colonnello Davide Cardia anche interpellando la clientela appena uscita dal centro. I finanzieri hanno così dimostrato che gli avventori, ben consapevoli dell'effettiva tipologia dei servizi, si recavano apposta nei locali per fruire delle prestazioni sessuali offerte dalle lavoratrici, anch'esse cinesi, a completamento di un massaggio che di estetico aveva solo il nome. Secondo quanto ricostruito, i clienti avrebbero pagato 30 euro per un massaggio hot. Non sono invece state riscontrate prestazioni sessuali complete. Alcune delle ragazze, prive di certificazioni o abilitazioni all'esercizio della professione fisioterapica, erano note con nomi italianizzati di fantasia utili, nel passaparola dei clienti, per descriverne le doti e mirare all'aumento di domanda. All'interno dei locali si trovavano in media due o tre ragazze che potevano ricevere anche una decina di clienti al giorno. A seguito della ricostruzione operata dalle Fiamme gialle, dunque, il titolare del centro è stato denunciato per violazione della Legge Merlin, per aver tollerato ma, soprattutto, sfruttato l'esercizio del meretricio all'interno dei locali, posti sotto sequestro preventivo per impedire la prosecuzione dell'attività. Nel corso delle operazioni, i Finanzieri hanno rinvenuto e sequestrato ulteriore documentazione e 1.500 euro in contanti, provento delle prestazioni rese nelle ore precedenti. La posizione fiscale della ditta è al vaglio dei militari, per ricostruirne il reddito incassato.

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Il Gazzettino