Gli occhi e il cuore del mondo in questo momento sono tutti rivolti a Manchester, teatro del barbaro attentato terroristico al concerto di Ariana Grande, che ha spezzato 22...
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Jessica Bido, 36 anni, polesana di Santa Maria Maddalena, vive nella città inglese da quasi tre anni. «Abito e lavoro in una zona distante dalla Manchester Arena, che è in centro - spiega - mi sono resa conto della tragedia che era appena successa solo quando ho acceso la televisione, non appena tornata da lavoro».
Sullo schermo le immagini di luoghi a lei familiari e i volti straziati dal dolore. «Mi ha fatto impressione, ma in casa mi sentivo al sicuro». Ieri mattina, poi, con gli sviluppi delle indagini, gli arresti e le dichiarazioni del premer Theresa May che ha detto di temere nuovi attentati, è rimasta chiusa in casa e si è tenuta ben lontana dalla zona rossa. «Un po' di paura l'ho avuta, ovviamente, il clima è stato di grande tensione. Gli elicotteri continuano a volare. In tutto il centro i negozi sono rimasti chiusi e la polizia ha chiesto di non andare lì se non strettamente necessario. A una mia amica che lavora in quella zona è stato vietato di uscire perché era arrivata un'altra segnalazione di una bomba in un centro commerciale, Arndale, e hanno fatto evacuare tutto l'edificio».
Nel pomeriggio, però, Jessica ha vinto i timori ed è andata a fare la spesa. «Dove vivo, vicino all'aeroporto, la situazione è tutto sommato tranquilla. Sono anche passata dal parco. Non ci sono grossi schieramenti di polizia. Insomma, a prima vista qui sembrerebbe tutto normale, ma è ovvio che la situazione è di grande tensione in tutta la città. Non si può dire, però, che i controlli anche prima non ci fossero. L'altro giorno sono andata allo stadio e mi hanno rigirato come un calzino. Anche al concerto i controlli ci sono stati, ma l'attentatore ha colpito fuori dall'Arena, davanti ai banchetti delle magliette, all'uscita. Un attacco due volte vile. La città è ferita, ma risponde con compostezza e dignità».
Jessica, che lavora in un ristorante italiano, ormai è cittadina di Manchester a tutti gli effetti. «A inizio maggio ho votato alle elezioni per il sindaco, perché qui una volta che hai la residenza e ti iscrivi alle liste elettorali, puoi votare. Ho preso anche la patente inglese. Qui sto bene, mi sono integrata, diciamo». Ultimamente, però, c'è stato il cosiddetto effetto Brexit. «Inizialmente - confida Jessica - ho percepito un clima diverso, dopo la vittoria del sì. Mi hanno chiamato fucking italian bastard, ma non ci ho dato peso. E poi tutto è scemato».
A Rovigo, intanto, il sindaco Massimo Bergamin ha inviato un messaggio di condoglianze al primo cittadino di Manchester, commentando poi la tragedia con toni belligeranti: «È ora di dire basta seriamente: basta alle marce della pace, sì ai controlli serrati. Basta al facile buonismo, sì a una legislazione di emergenza sovranazionale che contrasti questi maledetti vigliacchi. Basta far finta di niente, siamo in guerra».
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Il Gazzettino