Chisso: «Il mio carcere coi volontari»

Chisso: «Il mio carcere coi volontari»
Seduto nelle ultime file, testimone silenzioso al convegno dove Massimo Cacciari stava parlando di carceri. Due volti di un potere che non c'è più, lontano cronologicamente...

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Seduto nelle ultime file, testimone silenzioso al convegno dove Massimo Cacciari stava parlando di carceri. Due volti di un potere che non c'è più, lontano cronologicamente pochi anni ma che per certi versi paiono secoli. Lui, Renato Chisso, ha prima ascoltato e poi ricordato cosa significa per un detenuto avere a che fare con una realtà come Il Cerchio, cooperativa che ieri alla Giudecca ha celebrato i 20 anni.

L'ex assessore regionale era stato arrestato il 4 giugno 2014 assieme a tutti gli altri imputati accusati di corruzione ed altri reati nell'ambito dell'inchiesta sul Mose. La sua partecipazione al convegno di Sacca Fisola non è rimasta inosservata. «Ho conosciuto Il Cerchio durante la mia detenzione - ha commentato Chisso - I volontari svolgono un ottimo lavoro e sono molto meritevoli. Sono venuto oggi proprio perché li ho sperimentati e ho visto come lavorano all'interno degli istituti di pena».
«Ho molto apprezzato l'intervento di Massimo Cacciari - ha proseguito - soprattutto quando ha detto che il carcere per essere tale non deve più essere carcere, con la detenzione intesa come periodo di altra vita, non di assenza temporanea di vita». Come sta? Gli viene chiesto. «Ho visto tempi migliori - conclude Chisso, glissando sulle ultime vicende processuali del Mose - Pensando a Venezia credo che questo sindaco stia facendo un ottimo lavoro. Perlomeno sta operando per mantenere quello che ha promesso, e in politica non è poco».

Più che una festa, questo ventennale del Cerchio, agli impianti sportivi di Sacca San Biagio, si è trasformato in un convegno dove molta carne è stata messa al fuoco, sia nel versante del significato della pena che dell'inclusione del detenuto nella società attraverso il lavoro. «La storia di questi vent'anni del Cerchio va di pari passo con quella del Comune di Venezia - ha osservato Simone Venturini, assessore alla Coesione sociale - È la storia di una comunanza di valori e intenti. Il Cerchio è riuscito ad essere pioniere di una missione importante, ovvero quella dell'inclusione e della coesione sociale, con le quali offrire una possibilità a tutti». Gabriella Straffi, direttrice dell'istituto di pena femminile, entrata da poco in quiescenza, ha passato simbolicamente la mano alla nuova direttrice Antonella Reale, mentre per il carcere circondariale di Santa Maria Maggiore ha preso la parola la loro omologa, Imma Mannarella. «Il carcere va organizzato come una non-pena - ha commentato Cacciari - altrimenti diviene un inferno e i suoi dirigenti, da Roma in giù, sono alla guida di un inferno». Invitato anche Gennaro Migliore, sottosegretario alla Giustizia: «Il reinserimento deve essere seguito con molta professionalità - ha detto - Per quanti lavorano, la statistica di recidiva è molto bassa ed incoraggiante. Propongo la nascita di un'agenzia come punto di riferimento perché le imprese entrino nelle carceri, perché il lavoro è lavoro, e va retribuito». Giorgio Mainoldi, ad del Cerchio, ha annunciato importanti investimenti nell'ambito delle strutture sportive a Sacca Fisola, capaci di rilanciare quel territorio. Infine, festeggiato Gianni Trevisan, il presidente della cooperativa e colui che la fece nascere dall'associazione Il Granello di senape.
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Il Gazzettino