Chiosco, scatta l'ora dell'abbattimento

Chiosco, scatta l'ora dell'abbattimento
PIAZZA MERLINROVIGO Addio chiosco. Ieri mattina alle otto in punto gli operai incaricati dal Comune hanno allestito il cantiere che in qualche giorno si occuperà di smontare la...

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PIAZZA MERLIN
ROVIGO Addio chiosco. Ieri mattina alle otto in punto gli operai incaricati dal Comune hanno allestito il cantiere che in qualche giorno si occuperà di smontare la struttura realizzata 22 anni fa. Di annunci ne erano stati fatti più volte in quasi due anni, sin dalla consegna dell'avviso di sfratto notificato dal Comune all'ex proprietario rimasto fino all'ultimo all'interno di quella struttura, Daniele Zago. Pareva che già lo scorso settembre si fosse arrivati al fatidico momento dello smontaggio della struttura realizzata in vetro e cemento oltre vent'anni fa, poi anche a febbraio se n'era riparlato, ma tutto è stato messo in attesa per questioni burocratiche ed inoltre, come se non bastasse, ci si è messa di mezzo persino l'emergenza sanitaria. Alla fine ieri è successo davvero.

VIA ALLO SMONTAGGIO
C'è chi ha creduto fino all'ultimo che esistesse la possibilità che quella struttura si potesse salvare, ma alla fine si è dovuto arrendere alla realtà: il chiosco presentava difformità molto importanti rispetto al progetto originario, è rimasto lì per due decenni durante i quali la Soprintendenza dei Beni Culturali non ha mai risparmiato richiami e sistemarlo voleva dire spendere cifre enormi, cosa che i due proprietari (uno ora risiede all'estero) avrebbero avuto probabilmente difficoltà ad affrontare. L'intervento di rimozione costerà alle casse del Comune 28 mila euro, ma Palazzo Nodari si rifarà proprio sui proprietari, non avendo questi provveduto in maniera autonoma a farlo due anni fa, al termine della concessione ventennale.
CURIOSITÀ

Per tutta la giornata molte persone sono passate a guardare gli uomini in tuta arancione intenti a montare le paratoie di delimitazione del cantiere e che iniziavano a staccare un pezzo alla volta quella gelateria-edicola che per anni ha fatto parte del paesaggio del centro storico rodigino. «È una vergogna - commenta senza mezzi termini Luigi Zampirollo, un signore che ieri mattina guardava attonito l'allestimento del cantiere - Se avessero tolto solo l'edicola, sistemato le punte sopra la struttura e lasciato così tutto il resto, sarebbe stato molto bello. Ora diventerà un parcheggio. Ma all'epoca le Belle Arti dov'erano? Hanno messo sul lastrico una persona». Il riferimento è a Daniele Zago, titolare della gelateria, che per anni ha lottato con le precedenti Amministrazioni per far rimanere tutto così, domandando di poter continuare a lavorare sanando la situazione. Ha raccontato in passato di avere speso centinaia di migliaia di euro in cause giudiziarie e avvocati. Alla fine non è servito a niente. «Potevano lasciarlo lì, la gente prima frequentava la piazza, adesso cosa succede?» è il commento di un'altra passante. Dello stesso avviso Rino Costanzo, che osserva: «Fanno male a tirarlo via: c'è un uomo che ha bisogno di vivere, ha un figlio e una moglie: avessero solo tirato via l'edicola, visto che è andato via il proprietario, sarebbe diverso. Proprio adesso, per via del Coronavirus, sarebbe stato bello qui, con i tavoli ben distanziati in una piazza così bella. Avrebbero dovuto pensarci prima di costruirlo. Quell'uomo viveva lì dentro. Adesso si trova senza un lavoro, senza niente». Marisa Annese, ferma ad osservare l'opera di smantellamento della struttura, scuote la testa rattristata: «Ero abituata a vederlo lì». La decisione di abbatterlo definitivamente è giunta durante l'amministrazione Bergamin. Dopo un intero anno di liti interne alla maggioranza, arrivò la decisione di eliminarlo dalla piazza, con la spesa della rimozione a carico del Comune.
Alberto Lucchin
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino