CHIOGGIA «O San Nicolò, o Chioggia». Il ministro Toninelli continua

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CHIOGGIA

«O San Nicolò, o Chioggia». Il ministro Toninelli continua a tenere in ballo le due ipotesi sulla destinazione finale del terminal croceristico ma che la sua preferenza vada a Chioggia, sembra scontato. Soprattutto perché questa scelta potrebbe risolvere due problemi: quello della grandi navi ma, in particolare, dal punto di vista pentastellato, quello di Chioggia, la cui amministrazione, pentastellata, appunto, è alla ricerca di una riconferma tra due anni. E quale miglior viatico di quello che si potrebbe ottenere sfrattando, tramite le crociere, il deposito gpl, e iniziando la modernizzazione dei collegamenti (Romea e ferrovia) attesa da decenni? Un'ipotesi da cui passa anche la riconferma del sindaco Alessandro Ferro. Ma, prima, rimane il nodo della scelta: Chioggia o San Nicolò (Marghera permettendo)? Toninelli arriva a prefigurare un referendum e Ferro non dice di no. «Siamo favorevoli a tutte le forme di coinvolgimento dei cittadini dice il sindaco, fresco dall'approvazione, nel suo Comune, del regolamento per il bilancio partecipativo quindi ben venga anche il referendum», con l'implicita speranza di fare, in città, il pieno di voti a favore di Chioggia, se non altro per la generalizzata ostilità al deposito Gpl. Sul piatto, poi, c'è anche la modernizzazione delle infrastrutture viarie. «L'adeguamento della Romea e della ferrovia saranno la naturale conseguenza dell'arrivo delle crociere. Sono, comunque, interventi che richiediamo da tempo, indipendentemente dalla croceristica» ma che, appunto, non sono mai stati realizzati. E sono interventi che richiederanno qualche anno di finanziamenti continui, per evitare di ritrovarsi con cantieri aperti e incompiuti. Un tema che, probabilmente, esula dai poteri del sindaco, anche se non dalle sue possibilità di interessamento, se non altro tramite la Legge Speciale. Lo scavo dei canali (inquinato il Vittorio Emanuele, con conseguente difficoltà a smaltire i fanghi, molto meno il canal Lombardo) è un altro degli argomenti a favore di Chioggia ma è anche il varco per le grandi navi che lo stesso Ferro, all'ultimo Comitatone, aveva detto di non volere, anche se poi è stato meno esplicito. Ma ora Ferro, puntualizzando che «lo scavo serve anche al traffico commerciale» aggiunge che la croceristica dovrà essere «sostenibile», ovvero, per esempio, se ne potranno ridurre le emissioni facendo uso del cold ironing, che consiste nello «spegnimento dei motori in banchina, che dovranno essere alimentati da terra con un cavo elettrico, accorgimento che a Chioggia è già stato messo in atto per i cantieri del Mose». Infine, ma non ultimo, c'è il problema del deposito gpl la cui azienda costruttrice, la Costa Bioenergie, controllata Socogas, si accinge a far entrare in funzione. La via giuduziaria sembra riservare poche possibilità al Comune e agli oppositori dell'impianto ma l'idea che le navi da crociera, in quanto incompatibili con l'attività gasiera, sfrattino il deposito, sembra riportare la questione a una trattativa commerciale.

Diego Degan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino