Chi vuole il sistema tedesco per la nuova legge elettorale? Silvio Berlusconi lo

Chi vuole il sistema tedesco per la nuova legge elettorale? Silvio Berlusconi lo
Chi vuole il sistema tedesco per la nuova legge elettorale? Silvio Berlusconi lo ha fatto apparire dal cilindro per primo. Il Pd di Matteo Renzi non chiude e anche Lega e Mdp...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Chi vuole il sistema tedesco per la nuova legge elettorale? Silvio Berlusconi lo ha fatto apparire dal cilindro per primo. Il Pd di Matteo Renzi non chiude e anche Lega e Mdp hanno fatto scattare i pollici all'in su. E pure il M5S ora vuole essere della partita e per presentarsi all'incontro alla Camera di domani dove si testeranno le reali intenzioni delle forze politiche con un mandato forte, sta facendo votare i propri iscritti a favore del tedesco interpretato così: «Un proporzionale con soglia di sbarramento al 5% e un premio di maggioranza per chi raggiunge la soglia del 40% o altri metodi di calcolo più selettivi che incrementino il numero dei seggi della prima forza politica».

Il M5S si è mosso così perché l'ultima volta, quando si è passati dal Democratellum (proporzionale puro che in ultima battuta apriva timidamente alle coalizioni) al Legalicum (Italicum modificato dalla Consulta), c'erano stati diversi mal di pancia per un cambio di rotta non concordato. Sul blog, nel post che introduce la votazione telematica, è comparsa infatti una excusatio non petita. Il Legalicum viene infatti definito «una legge che non è quella che il MoVimento 5 Stelle ha proposto nel 2014 ma che è stata proposta per dimostrare la nostra apertura, per senso di responsabilità e per togliere al Pd l'alibi per rimandare le elezioni». Ora un altro ripensamento molto politico, che scontenta l'anima movimentista, ma che è dovuto alla necessità di aderire a una trattativa, quella di domani, e alla vocazione governista e quindi maggioritaria che il M5S sta ritagliando sulla figura di Luigi Di Maio, il candidato premier in pectore. Non a caso, il vicepresidente della Camera ha illustrato in un'intervista al Messaggero la necessità di rifarsi ai principi della Consulta «che ha sdoganato il premio di maggioranza». E ancora: «E' chiaro che è nostro interesse introdurre dei correttivi di governabilità». Stasera sono attesi i risultati delle votazioni degli iscritti M5S.
Berlusconi però già vede l'accordo in dirittura d'arrivo. «Probabilmente manca poco al momento in cui gli italiani potranno di nuovo scegliere da chi vogliono essere governati, se finalmente potremo avere una legge elettorale condivisa», annuncia l'ex premier. Lorenzo Guerini del Pd mostra lo stesso ottimismo: «È evidente che nel momento in cui la legge elettorale viene approvata tecnicamente è possibile andare al voto».
Alternativa Popolare, il movimento che ha ben tre ministri dentro l'esecutivo Gentiloni, frena gli entusiasmi ed esprime preoccupazione per la soglia del 5 per cento. «Questo impianto di legge, il falso tedesco per intenderci, è una sorta di legge truffa al contrario...», tuona Sergio Pizzolante, vicepresidente di Alternativa popolare.

L'accusa è che dietro al sistema tedesco si formalizzi una possibile futura e debole alleanza Pd-FI senza agibilità di governo. «In questo modo -sottolinea ancora il vicepresidente di Ap- o andiamo verso la totale ingovernabilità sul modello spagnolo o greco con nuove elezioni 6 mesi dopo, oppure andiamo verso il governo degli avventuristi e dei populisti».
© riproduzione riservata
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino