«Chi ha visto parli» Si cercano altri testimoni

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La Procura chiama, continua a farlo, ma la città fatica a...

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La Procura chiama, continua a farlo, ma la città fatica a rispondere. E forse ha paura a farlo. È instancabile, il lavoro che gli inquirenti stanno svolgendo da più di una settimana. Serve a stringere il cerchio attorno a chi ha sparato a Teresa e Trifone, ma necessita della massima collaborazione di chi può aver visto o sentito qualcosa pochi minuti prima delle 20 di martedì scorso, nel parcheggio del palazzetto di via Interna o nelle immediate vicinanze. L'appello è praticamente giornaliero: presentatevi in Procura e dite quello che avete visto, questo il monito del Reparto investigativo dei carabinieri. Ma a vincere, fino ad oggi, sembra essere la paura di parlare. La sfilata continua: possibili testimoni prima di essere ascoltati e bocche cucite all'uscita. Nessuno sembra sapere qualcosa di utile alle indagini, in una città che non è abituata a crimini di questa portata. E il punto, forse, è proprio questo. La paura provata di fronte a qualcosa che, per la realtà locale, risulti più grande dell'immaginabile potrebbe star vincendo sulla volontà di rivelare agli investigatori anche il più piccolo dettaglio, all'apparenza insignificante ma potenzialmente decisivo. E pensare che da sempre i pordenonesi hanno dimostrato una particolare affezione per la «denuncia». Il fenomeno dei furti autunnali, ad esempio, aveva svegliato la coscienza civica dei cittadini, fino a spingerli ad una segnalazione praticamente costante di ogni movimento sospetto. Internet, in questo senso, aveva fatto da volano alle voci della piazza, e praticamente ogni tentativo di effrazione era finito online, prima ancora che nella più vicina stazione dei carabinieri. Di fronte a un duplice omicidio, però, praticamente nessuno si è esposto. Un atteggiamento che può essere alimentato da un fatto. È aperta più di una pista, infatti, nelle indagini che cercano di far luce sul delitto di via Interna, comprese quella della mala dell'Est Europa e della mafia. Elementi che possono far lievitare la paura nella mente di chi magari qualcosa ha visto, ma che di fronte al rischio di ritorsioni sceglie di non rivelare. Anche nella palazzina di via Chioggia, dove i due giovani vivevano, nessuno sa.

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Il Gazzettino