«Chi chiedeva aiuto al don si sentiva dire di arrangiarsi»

«Chi chiedeva aiuto al don si sentiva dire di arrangiarsi»
(Ni.Co.) Cristopher due anni fa ha conseguito la laurea triennale e ha lasciato il collegio don Mazza. I suoi ricordi, però, ricostruiscono situazioni di goliardia spinta, quasi...

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(Ni.Co.) Cristopher due anni fa ha conseguito la laurea triennale e ha lasciato il collegio don Mazza. I suoi ricordi, però, ricostruiscono situazioni di goliardia spinta, quasi uno stile, con stress psicologici pesantissimi per i giovani studenti vittime di gogna sociale.

Come si svolgevano le feste di immatricolazione?
«C'erano dei riti ben precisi, con i più giovani che aspettavano in fila in bagno la chiamata e poi bendati dovevano effettuare un percorso nelle camerate e in sala comune. Si partiva dalla toilette proprio per togliere l'imbarazzo a ai neo arrivati».
E come finiva?
«C'era indubbiamente una parte piacevole, finalizzata all'aggregazione. Ma in certi frangenti la situazione sfuggiva di mano ed erano i singoli ragazzi ad avere la responsabilità di quanto facevano».
E durante l'anno?
«Un incubo erano gli sbrandi che si ripetevano con una certa frequenza. Mi riferisco al fatto che agli ospiti più giovani venivano fatti sparire il materasso, o le doghe del letto. A me è capitato che una sera, tornato stanchissimo da Mestre dove facevo il servizio civile, non ho potuto riposare per lo scherzo di qualcuno che aveva nascosto proprio il mio materasso. E' successo a me e anche ad altri. E a chi chiedeva aiuto al don si sentiva rispondere che doveva sbrigarsela da solo. I più grandi che ci riservavano questi trattamenti ci ripetevano: venendo qui, devi accettare in blocco tutto, aspetti negativi e positivi. Lo sbrando si giustifica solo nei casi in cui diventa educativo, nel senso che si attua nei confronti di chi per esempio lascia il bagno sporco, o in disordine. Purtroppo, però, in collegio c'è chi ne abusa».
Ma lei alla fin fine si è trovato bene, o male?
«Posso dire bene, ma aggiungo che per altri è andata male per colpa della trascuratezza, o meglio dell'ingenuità, della direzione, convinta che la maturità degli studenti più vecchi possa far fronte a tutte le dinamiche. Invece non è così».
Con quali conseguenze?

«Che il gruppo diventa branco, come dimostra il fatto che giovedì scorso un giovane esterno si è recato in collegio appositamente per prendere a frustate un ragazzino. Quando la goliardia diventa spinta è inaccettabile. Le vittime di questo deprecabile stile vivono costantemente sotto stress, sottoposte a una sorta di gogna sociale e non hanno neppure la forza di opporsi. Di solito nelle stanze ci sono due letti e un anziano viene messo assieme a una matricola: non sempre quest'ultima capita bene...».
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Il Gazzettino