Ceronetti, nel dolore si nasconde una luce

Ceronetti, nel dolore si nasconde una luce
«Tragico tascabile», nel titolo e nelle righe introduttive che Guido Ceronetti ha voluto per il suo ultimo libro composto da articoli sparsi, è l'immensità del senso di una...

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«Tragico tascabile», nel titolo e nelle righe introduttive che Guido Ceronetti ha voluto per il suo ultimo libro composto da articoli sparsi, è l'immensità del senso di una tragedia racchiusa nella minuzia di un fatto di cronaca, nell'evento che approda già come relitto all'arenile dell'attualità mediatica.

Ma sono molti i drammi e i dolori che si perdono nell'oceano dell'informazione e annegano nell'insignificanza. Ogni tragedia invece, per chi la sappia capire, è colma di significato. La luce sprigionata sulla vita e sull'uomo era per gli antichi Greci la benefica catarsi alla conclusione scenica degli orrori vissuti da Edipo o Oreste. Cercare un po' di luce nel buio delle notizie frastornanti di nera o di prima pagina è un compito cui il “pestigrafo” Ceronetti si è votato, e qui lo dichiara: “Nello sforzo di separare e mettere in luce l'oro filosofale che il tragico nasconde, traendolo dal pelago smisurato dei fatti dolorosi, luttuosi e virtuosi della cronaca e delle epoche, io sto consumando gli avanzi di questa mia lunga, affaticata vita”.
La ricerca o “pesca” del Tragico tascabile, che “morde, trangugia, interpreta il Divenire”, si compie in primo luogo su materiali da edicola, preferiti da Ceronetti a quelli televisivi. I temi del libro si susseguono con la varietà ordinata dei fogli di un giornale. Si ha in mano un'effemeride, un almanacco che riporta e commenta i dati depressivi dell'economia, diventata “nel linguaggio corrente, fecalità invasiva, bisognosa di purga drastica”, o la bancarotta greca e quella ecologica, oppure l'asservimento ai cellulari o la “patologia sociale” della longevità.
Si sente parlare una voce quasi nel deserto, ammaestrata nell'etica dalle sue traduzioni del Vecchio Testamento (Qohélet, Giobbe, Isaia) o dei “moralisti” latini come Giovenale: Talvolta è provocatoria e fuori del coro, trattando da “pura barbarie” la fecondazione omologa o eterologa, o chiedendosi se il tempo pacifista “di solo amare” non sia scaduto.

Sugli sbarchi in Sicilia l'europeista Ceronetti dice, come altri non oserebbero, che “hanno ormai un carattere preciso di invasione territoriale, premessa sicura di guerra sociale e religiosa”. La guerra e la Grande per eccellenza è del resto un suo motivo ricorrente: in “Tragico tascabile” risuona a pieno volume o in sottofondo, con parole anche insolite che scrostano la memoria storica e recuperano il significato di una tragedia.
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Il Gazzettino