«Centri migranti: chiudiamo Oderzo»

«Centri migranti: chiudiamo Oderzo»
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L'EVENTO
TREVISO Il Capitano di una nave che lo acclama. Il vicepremier Matteo Salvini, segretario federale della Lega, è stato accolto come una star ieri a Treviso. È salito sul palco della festa del Carroccio sulle note di Epic Flight, anticipata dalla registrazione dei suoi interventi più solenni su immigrazione e legittima difesa. Tra il capannone e il resto di Prato della Fiera c'erano oltre duemila persone. Pathos alle stelle, applausi e selfie. Il governatore Luca Zaia ha scaldato la platea indicando la strada dell'autonomia del Veneto: «Non è la secessione dei ricchi. Ma c'è gente che in modo responsabile si è stancata di essere trattata da pirla - ha scandito accompagnato da un'ovazione da stadio - siamo stanchi di dover pagare gli sprechi fatti da altri». Di seguito, Salvini non si è risparmiato. Ha toccato tutti i nodi più spinosi. A cominciare dall'immigrazione. «Abbiamo bloccato gli sbarchi - ha detto dal palco - ora continueremo con lo sgombero dei centri per i migranti». Dal pubblico sono subito piovuti suggerimenti: «Comincia con Oderzo». «Si parte con Oderzo? Va bene. Stasera accetto prenotazioni, anche se non possiamo fare miracoli».

LA CONTESTAZIONE
Nel pomeriggio il centro sociale Django aveva organizzato una marcia da piazza dei Signori fino a porta Carlo Alberto, scandendo slogan e offese contro Salvini e contro la sua politica dei porti chiusi, dietro a uno striscione su cui era scritto Limite invalicabile per razzismo e sessismo. Il vicepremier ne ha avuto anche per loro. «Grazie pure a quei dieci poveretti che manifestano contro la Lega, sono brutti, rancorosi, tristi. Salvini merda è stato il concetto più articolato che sono riusciti a esprimere». Il sindaco Mario Conte li ha sfidati a scena aperta: «Si sono arresi a due chilometri da qui». «Mi spiace per loro - ha aggiunto il vicepremier - ma a livello amministrativo il trevigiano e il Veneto non ha eguali in tutta la Lega». Non è mancato un riferimento alle elezioni regionali in Basilicata. «C'è un gemellaggio tra i fratelli trevigiani e quelli della Basilicata - ha spiegato Salvini - i trevigiani, che da tempo conoscono e abbracciano la Lega, danno il benvenuto a una Regione da sempre amministrata dal centrosinistra che da stasera (ieri sera per chi legge, ndr) sarà governata dalla Lega».
LE VITTIME DEI CRAC
Non poteva infine mancare l'affaire dei cittadini vittime del crac di Veneto Banca e della Popolare di Vicenza. Fuori dal capannone, tenuto a distanza, c'era una delegazione del comitato don Torta. Risparmi rubati si leggeva negli striscioni appesi alle transenne. Salvini non li ha lasciati fuori dal suo intervento: «Abbiamo stanziato un miliardo e mezzo di euro. Ma in qualche ministero si aspetta sempre un via libera da Bruxelles. Adesso basta - ha messo in chiaro - i veneti sono stati derubati da banchieri disonesti, mentre la politica a Roma non si rendeva conto di quello che stava succedendo».
I VERTICI

Sul palco di Prato della Fiera c'era tutta la Lega del Veneto. Ogni provincia era rappresentata. Dal governatore Zaia a Gianantonio Da Re, segretario veneto. E poi Massimo Bitonci, sottosegretario al ministero dell'Economia, Luca Coletto, ex assessore regionale, adesso sottosegretario alla Sanità, Franco Manzato, sottosegretario all'agricoltura. Più i deputati e i senatori veneti. La scena è stata dominata dalle bandiere con il Leone e dal colore blu. Il colore che Salvini ha impresso alla vocazione nazionale del Carroccio. Ma ogni tanto spunta ancora qualche riferimento verde. E alla fine Bitonci ha fatto il quadro sul governo: «Con il Movimento 5 Stelle ogni giorno c'è una pena. Siamo completamente diversi, ma alla fine Salvini e Di Maio riescono sempre a trovare una sintesi».
Mauro Favaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino