Centrali del latte, la Lega contro le privatizzazioni

Centrali del latte, la Lega contro le privatizzazioni
IL CASOROMA Corsi e ricorsi storici. Le centrali del latte, nate negli anni Trenta dello scorso secolo e quasi tutte privatizzate una ventina di anni fa, ora potrebbero tornare in...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
IL CASO
ROMA Corsi e ricorsi storici. Le centrali del latte, nate negli anni Trenta dello scorso secolo e quasi tutte privatizzate una ventina di anni fa, ora potrebbero tornare in mani pubbliche, almeno parzialmente. È quanto si augura la Lega che col suo capogruppo alla Camera Riccardo Molinari, ha presentato una proposta di legge «per porre fine all'obbligo di dismettere partecipazioni azionarie per le pubbliche amministrazioni che detengono quote in società lattiero casearie».

La proposta (che ha ottenuto la corsia preferenziale alla Camera) smantellerebbe così i vincoli imposti dalla legge Madia che nel 2016 aveva introdotto il divieto per le amministrazioni pubbliche di acquisire o mantenere partecipazioni in società che abbiano come oggetto sociale la produzione di beni e di servizi.
L'ESEMPIO
In effetti una prima deroga era stata data dallo stesso governo Gentiloni al Comune di Brescia che aveva conservato la maggioranza (51,3%) della Centrale del Latte della città. La decisione era motivata con la «fondamentale valenza della centrale in ambito sanitario e di controllo degli alimenti, in linea con il perseguimento delle finalità istituzionali della stessa amministrazione pubblica».
La proposta del Carroccio punta a sfruttare l'esempio di Brescia per evitare le privatizzazioni delle centrali del latte di Alessandria-Asti, Italia (in cui sono assieme Torino, Firenze e Pistoia) e di circa 21 cooperative con partecipazione pubblica. «Le centrali pubbliche afferma Gianpaolo Coscia, presidente dell'Alessandria-Asti puntano alla valorizzazione dei produttori locali, hanno parametri di qualità più elevati di quelli previsti dalle normative, sono attente sia al benessere degli animali che alla tutela dei consumatori».
«Anche noi afferma Giorgio Mercuri, presidente dell'Alleanza delle Cooperative Agroalimentari seguiamo con attenzione la questione, perché non sono pochi i casi di regioni (Toscana, Lazio ed altre) presenti nel capitale sociale di alcune cooperative agroalimentari».
LA FILIERA
La filiera del latte nonostante la crisi (consumi in calo del 30% in 10 anni) fa quindi gola con i suoi circa 15 miliardi di giro d'affari e 100 mila addetti. L'industria italiana produce 1 miliardo di chilogrammi di formaggi, di cui 460 milioni a denominazione di origine protetta e 3 miliardi di litri di latte alimentare, 1,8 miliardi di vasetti di yogurt, 160 milioni di chilogrammi di burro.
«È un settore strategico per il comparto agroalimentare italiano e rappresenta un importante bacino di ricchezza e di occupazione per i territori locali», scrive Molinari nella relazione di accompagnamento alla proposta di legge.
IL CONTENZIOSO
La proposta arriva quando ancora è aperto - e lontano dalla conclusione - l'ingarbugliato contenzioso sulla proprietà della Centrale del latte di Roma. Privatizzata nel 1999 è passata dalle mani di Sergio Cragnotti della Cirio (che aveva pagato 110 milioni di euro per il 75%), alla Parmalat di Calisto Tanzi e infine ai francesi di Lactalis.
Diverse sentenze (Tar nel 2007, Consiglio di Stato nel 2012 e Tribunale Civile nel 2013) hanno stabilito che la proprietà deve ritornare al Campidoglio (che già detiene il 6,72%) che però dovrebbe restituire circa 30 milioni di euro.

Una quota del 16% è di proprietà del raggruppamento di produttori Finlatte. «L'azionariato degli enti locali nelle Centrali del latte - afferma il presidente Enrico Scorsolini - potrebbe essere interessante ma a condizione che ci si impegni davvero nello sviluppo di nuove strategie per recuperare i consumatori e salvaguardare le filiera produttive locali».
Carlo Ottaviano
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino