Celebranti laici, l'Uaar presenta il progetto

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CERIMONIE UNICHE

PORDENONE Giovedì 18 ottobre, alle 20.30, si terrà a Pordenone, nella sede del Circolo Uaar di via Montello, la presentazione del progetto Cerimonie uniche, con la partecipazione di due celebranti laiche che si sono appositamente formate, Alessandra Rizzi e Sabina Fresch, e, via web, di Liana Moca, responsabile nazionale per l'associazione dell'iniziativa. Il progetto Cerimonie Uniche, nato alcuni anni fa e sviluppatosi agli inizi del 2018 con la creazione di un portale web dedicato è sostenuto dall'Uaar con entusiasmo e convinzione: si propone di riunire tutti i celebranti laico umanisti, preparati e istruiti dai formatori selezionati dall'associazione, affinché possano offrire un servizio di qualità e professionalità a chiunque desideri celebrare un momento importante della propria vita. Un servizio rivolto ai cittadini laici e non credenti che viene offerto, anche nel nostro paese, per aiutarli a progettare e celebrare appunto cerimonie uniche, ovvero fuori da schemi standard e rituali preconfezionati sostanzialmente sempre identici e ripetitivi. Lo scopo dell'Uaar è, come afferma Liana Moca, che per l'associazione rappresentativa degli atei e degli agnostici si occupa di questa iniziativa, «di offrire a tutti un servizio professionale, come già accade in altri paesi in cui le cerimonie sono molto diffuse, sono state riconosciute legalmente dalle istituzioni, e hanno perfino superato di numero le cerimonie di tipo religioso. Vogliamo fare in modo che si costituisca una rete di celebranti laici in grado di intervenire per cerimonie gioiose, come il benvenuto, il matrimonio e l'unione civile, o commoventi come i funerali». L'Uaar ha curato gratuitamente la formazione di 14 celebranti in un corso tenutosi tra la primavera e l'estate del 2018, e sta per avviarne un secondo che si terrà tra novembre e gennaio: tra gli obiettivi dell'associazione rientra infatti anche quello di promuovere l'idea di laicità anche per le cerimonie. Tutti i celebranti formati, poi, sono indipendenti dall'associazione: ognuno di loro stabilisce autonomamente i propri compensi.

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Il Gazzettino