Caso Arpav, confermati in Appello i 4 anni al maresciallo Cappadona

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LA SENTENZA PADOVA I giudici della Corte d'Appello di Venezia, ieri nel...

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LA SENTENZA

PADOVA I giudici della Corte d'Appello di Venezia, ieri nel tardo pomeriggio, hanno confermato per Franco Cappadona, ex capo della sezione di polizia giudiziaria in Procura, la condanna a quattro anni inflitta in primo grado. Il militare tra il 2008 e il 2009 ha cercato di costringere Andrea Drago, all'epoca direttore dell'Arpav di Padova, a scegliere come nuova sede dell'agenzia uno spazio all'interno del grattacielo Net Center di via Venezia il cui proprietario era il costruttore Mauro Bertani. In cambio della promessa non accettata da Drago, l'ex direttore dell'Arpav avrebbe dovuto ricevere una tangente di 300 mila euro. Cappadona ha poi consigliato ed esortato Drago con tono e modalità perentorie a soddisfare le pretese di Bertani. L'imprenditore edile, difeso dall'avvocato Paola Rubini, in primo grado è stato condannato a due anni e sei mesi, ma ieri i giudici della Corte D'Appello gli hanno ridotto la pena a un anno e otto mesi (pena sospesa e prescrizione per l'istigazione alla corruzione). Intanto la situazione giudiziaria dell'ex luogotenente Cappadona si è ulteriormente aggravata. Il 5 novembre è stato condannato in primo grado a due anni e cinque mesi di reclusione per le soffiate ai potenti di turno tra cui l'ex doge Galan. Era l'aprile del 2013 quando Cappadona, nei giorni 2, 3 e 17, ha rivelato a Regina Bertipaglia (ex consigliera regionale) che la Guardia di Finanza stava indagando su Giancarlo Galan, l'ex governatore del Veneto. In particolare l'ex maresciallo ha sottolineato come le Fiamme gialle stessero svolgendo indagini sulla villa di Cinto Euganeo e per essere sicuro che all'ex governatore del Veneto fosse arrivata la soffiata lo ha anche contattato. E in effetti in quel periodo la Finanza stava svolgendo indagini nell'inchiesta del Mose, indagini che hanno interessato anche villa Rodella poi sottoposta a sequestro. In questo modo l'ex carabiniere ha aiutato Galan a eludere le investigazioni. E poi il 30 gennaio del 2014 Franco Cappadona ha rivelato a Francesco Luise, che l'amico imprenditore di Piove di Sacco Ivano Sartori era indagato dalla Procura di Padova per il reato di riciclaggio. Ed effettivamente Sartori era finito nel mirino della Guardia di Finanza con l'operazione Miami.

M.A.
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Il Gazzettino