Case ai cinesi, indagato Moressa

Case ai cinesi, indagato Moressa
Spunta un nome eccellente nell'inchiesta sul giro di tangenti collegate al rilascio dei permessi di soggiorno ai cinesi. Nell'elenco degli indagati figura l'impresario di Codevigo...

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Spunta un nome eccellente nell'inchiesta sul giro di tangenti collegate al rilascio dei permessi di soggiorno ai cinesi. Nell'elenco degli indagati figura l'impresario di Codevigo Roberto Moressa, titolare della società Edilmor Srl con sede a Piove di Sacco. È il figlio di Angelo Moressa, l'immobiliarista di Piove accoltellato alla gola nel suo ufficio la sera di domenica 9 ottobre 2005. Un delitto agghiacciante di cui sono state sospettate diverse persone in cattivi rapporti con la vittima, ma rimasto impunito e finito definitivamente in archivio dopo anni e anni di indagini. Roberto Moressa è accusato di concorso in favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e falso ideologico. Dalle indagini sviluppate dopo gli arresti del collaboratore tecnico della questura Pierangelo Capuzzo e del broker assicurativo Xinmiao Chen emergerebbe uno stretto collegamento tra lo stesso impresario e il cinese Lin Ziping, il faccendiere con residenza a Piove di Sacco, specializzato nell'apertura e chiusura di ditte fantasma, intestate a prestanome, in cui figura sempre come dipendente. Nel corso degli anni Ziping avrebbe ripetuto il giochetto per un centinaio di volte, offrendo così un'adeguata sistemazione ai connazionali clandestini regolarizzati a suon di tangenti. E sarebbe stato proprio Moressa, che ha a disposizione un vasto patrimonio abitativo, a reperire gli immobili per i cinesi regolarizzati a suon di tangenti, con dichiarazioni e documenti falsi sull'esistenza di rapporti di lavoro e certificazioni di conoscenza della lingua italiana. Un ruolo chiave nella vicenda l'avrebbero rivestito anche le avvocatesse padovane Caterina Bozzoli e Sara Soliman, entrambe indagate dopo la perquisizione dei rispettivi studi professionali. Gli investigatori della Squadra mobile sono riusciti a risalire ad una cinquantina di pratiche, tutte poi risultate falsificate, presentate all'Ufficio Immigrazione dall'avvocato Bozzoli per conto di altrettanti cittadini cinesi. È stato accertato inoltre uno stretto collegamento tra la professionista e il commercialista con studio a Piove di Sacco Piergiuseppe Meneghello: quest'ultimo sarebbe considerato il punto di riferimento della comunità asiatica nella Saccisica, tanto che la sua segretaria è una donna di origini cinesi. Sara Soliman avrebbe continuato imperterrita nelle attività illecite connesse al rilascio dei permessi di soggiorno nonostante i suoi guai giudiziari. La circostanza emerge dall'intercettazione telefonica tra l'avvocato Bozzoli e una sua collaboratrice. «Quella che non dovrebbe più fare niente perché è sospesa dall'Ordine ed ha appena finito un anno di arresti domiciliari» osserva l'interlocutrice dell'avvocato. Le due stanno parlando del ricorso di un nigeriano cui è stata respinta la domanda di asilo politico. Era l'agosto scorso. L'avvocato Soliman aveva perso il ricorso, non aveva detto al cliente che aveva trenta giorni di tempo per impugnarlo e si era fatta dare 700 euro. Il nigeriano si era rivolto a quel punto a Caterina Bozzoli che aveva preparato un esposto sia per la Procura che per l'Ordine degli avvocati.

L'indagine diretta dal pubblico ministero Sergio Dini sta per approdare al vaglio del Riesame. Dopo la rinuncia del sovrintendente capo Renzo Dalla Costa, che non ha impugnato l'ordinanza di custodia cautelare, martedì sarà la volta dei riesami reali. Davanti al Tribunale di Padova sfileranno i legali di alcuni degli indagati destinatari delle perquisizioni, con sequestri di pc, tablet, telefoni e documenti. I ricorsi sono stati presentati dal poliziotto Fausto Fanelli, dall'avvocato Sara Soliman e dai titolari dello Studio Unico di corso Stati Uniti Endrit Dekavelli e Jing Shan detta Jenny.
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Il Gazzettino