Casa popolare al dirigente comunale

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Inquilini che occupano appartamenti senza aver mai firmato un contratto da anni, in qualche caso addirittura una decina; contratti scaduti da anni e mai rinnovati; canoni troppo bassi, stabiliti senza precisi parametri di riferimento e con ampi margini di discrezionalità; carenza di controlli e verifiche.

Sta emergendo di tutto dalle carte finite all'attenzione della Guardia di Finanza nell'inchiesta sull'Ater di Venezia che si sta concentrando sugli affiti a canone semi-libero, un migliaio in tutto, poco meno di un decimo dell'attività complessiva dell'Agenzia che, in prevalenza, si occupa di alloggi sociali.
Tra le posizioni che hanno attirato l'attenzione figura quella di un dirigente del Comune di Venezia che, per 360 euro al mese occupa da tempo un appartamento al Lido di Venezia. Per accedere alle graduatorie è necessario dimostrare di avere un reddito fino a 60mila euro e spetta all'Ater verificare se, successivamente, il requisito sia ancora rispettato. Nel caso specifico, evidentemente, non è stato fatto: un dirigente comunale, infatti, ha mediamente uno stipendio lordo che si aggira attorno ai 100mila euro.

Dopo il licenziamento di Domanico Contarin, il direttore facente funzioni dell'Ater, l'avvocato Roberta Carrer, sta mettendo mano a tutti i contratti per verificarne la regolarità, da un lato; per aggiornare i canoni dall'altro, ma anche per approntare procedure che garantiscano la massima trasparenza. Molto spesso accade che gli inquilini assegnatari di immobili a canone semi-libero si facciano carico dei lavori di restauro e, in tal caso, il costo delle opere viene detratto dall'affitto. Ma la contabilità di queste operazioni è risultata poco precisa e puntuale; o quantomeno di difficile verifica. Con il risultato che, in molti casi, l'Ater non sa di preciso se e quanto deve riscuotere. Ciò accade anche per molti contratti scaduti da anni e mai rinnovati e per decine di persone fatte incredibilmente entrare negli appartamenti senza la firma di alcun contratto. E dunque, senza alcun canone da pagare. In alcuni casi da una decina di anni. Senza che nessuno sia intervenuto. Solo confusione e disorganizzazione o qualcosa di diverso? Di sicuro l'opera di riorganizzazione non sarà semplice.
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Il Gazzettino