«Adesso vogliamo sapere i numeri esatti. Solo alle Serena sono 401 i richiedenti asilo iscritti all'anagrafe di Treviso, ma ce ne sono sicuramente tanti altri. Perchè vengono...
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Caterina Cabino, assessore di reparto, si difende attaccando. «A Mario Conte che continua ad interrogarsi sul mio operato non posso che rispondere questo - replica - vada a leggersi le norme e cerchi di comprenderle, poi da bravo cittadino, osservante della Costituzione, cerchi di applicarle. Dopo di che s'interroghi: è meglio sapere chi è che risiede nella nostra città oppure insistere a definire clandestino chi clandestino non è? Chi è che crea tensione: chi aizza i penultimi contro gli ultimi o chi si adopera per rendere la città più consapevole e, pur nelle difficoltà, continua a rispondere ai problemi delle persone?». E chiude duramente: «È possibile che Treviso non abbia bisogno di Cabino, ma è certo che non ha bisogno di Conte». A sostegno dell'azione della giunta interviene anche Luigi Calesso (Impegno Civile): «L'attacco leghista sulla questione delle carte d'identità ai profughi è priva di qualsiasi valore. L'amministrazione cittadina sta semplicemente rispettando la legge in materia di rilascio dei documenti di identità ai richiedenti asilo, a differenza di quanto fanno le amministrazioni leghiste. L'aver ottenuto il documento di identità non implica per chi ne è in possesso alcun diritto che non sia tra quelli già previsti dalla condizione di richiedente asilo; nel momento in cui il richiedente asilo vedesse respinta la richiesta e fosse oggetto di un provvedimento di espulsione è evidente che la residenza in un comune perderebbe automaticamente valore».
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Il Gazzettino