Caro Settis, venga a Venezia

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Gentile professor Settis, ho letto il suo articolo-necrologio apparso sul New York Times, spedito da Pisa. Parla del pericolo...

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Gentile professor Settis,

ho letto il suo articolo-necrologio apparso sul New York Times, spedito da Pisa. Parla del pericolo di morte da turismo che rischia Venezia, citando per milionesima volta Thomas Mann e il decadente von Aschenbach del 1912. Se lei abitasse a Cannaregio oppure a Castello non avrei nulla da obiettare. Vive la città e scrive quello che pensa. Ma i profitti editoriali lei li fa non scrivendo "Se Pisa muore" ma la sua ultima (s)fortunata produzione: "Se Venezia muore" (2014) e va in giro per il mondo a tenere conferenze su un argomento che le è improprio. Essendo lei calabrese potrebbe tranquillamente scrivere "Se la Calabria muore" e gli spunti certo non gli mancherebbero. Lei si permette dagli Stati Uniti di dileggiare la mia città sostenendo che noi veneziani "abbiamo perso la nostra memoria". Cita il terribile ultimatum dell'Unesco che radierebbe Venezia dai patrimoni dell'umanità se entro febbraio 2017 non si fa qualcosa per arrestare il degrado e l'ecosistema in pericolo.
Spero non sia la stessa Unesco con uffici, servizi e riscaldamento con palazzo gratis in centro storico che nulla ha fatto di concreto per la città se non trasferire il personale a Parigi. Nell'articolo lei se la prende con il sindaco Brugnaro perché non è contrario alle grandi navi (così pericolose, lei scrive, che una di esse alla deriva in Bacino San Marco, distruggerebbe 15 secoli di storia veneziana). Augura che a Venezia non succeda come al Giglio, 32 morti per un comandante sciocco. Cassandra, in confronto era una dilettante. Ma quello che non tollero, dal suo pulpito americano, è che lei abbini l'economia del turismo "ai biechi affari". Voglio solo ricordarle che la voce "turismo" in Italia contribuisce al 10% della nostra ricchezza con oltre 3 milioni di addetti e un giro di 150 miliardi di euro. Soldi che aiutano a conservare il nostro patrimonio. Spero di incontrarla per le calli veneziane. Per farsi perdonare dovrebbe indossare una maglietta dei "San Marco Guardians". Questi giovani volontari, nel loro piccolo, contribuiscono a migliorare la città. Senza scrivere libri.
*capogruppo


lista Brugnaro

in consiglio comunale

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Il Gazzettino