Caro Direttore,l'allarme per la mancanza di personale lavorativo nel settore del turismo si è trasferito anche nel comparto agricoltura, nel frattempo persiste l'esborso per il...
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l'allarme per la mancanza di personale lavorativo nel settore del turismo si è trasferito anche nel comparto agricoltura, nel frattempo persiste l'esborso per il reddito di cittadinanza che, a ben vedere, è l'industria che produce non lavoratori. E' auspicabile che tale piaga venga debellata e che qualche contributo assistenziale sia elargito a chi ne ha realmente diritto e bisogno.
C.B.
Belluno
Caro lettore,
gli effetti negativi e perversi del reddito di cittadinanza sono ormai acclarati. Anche quando non è finito nelle tasche sbagliate, cioè di chi non aveva alcun diritto di ottenerlo, si è rivelato uno spreco enorme di denaro pubblico e un disincentivo a cercare lavoro. Un duplice risultato negativo tanto più grave e intollerabile in un momento come questo. La verità è che lo strumento degli stipendi di Stato e' quasi sempre un'arma largamente inefficace e sbagliata. I contributi pubblici dovrebbero servire per combattere la povertà e le situazioni, purtroppo diffuse, di vera indigenza, non per creare eserciti di eterni disoccupati o di sussidiati, per nulla interessati a mettersi in gioco nel mondio del lavoro. Oggi il nostro sistema economico si trova a fare i conti con una crisi dalle caratteristiche del tutto anomale: alle conseguenze della crisis pandemica, si è sommata, in molti settori, una situazione in larga parte imprevista: la ripresa c'è ed in alcuni comparti è anche piuttosto forte. La domanda è dunque sostenuta e c'è anche richiesta di lavoro. Purtroppo mancano i lavoratori con le caratteristiche che servirebbero alle imprese e c'è scarsità di materie prime e di componenti base, in larga parte provenienti dal Sud est asiatico, dove sono state trasferite molte produzioni a basso valore aggiunto. Temo che se pensiamo di affrontare una congiuntura di questo tipo con i sussidi non andremo molto lontano.
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Il Gazzettino