Carlo NordioCom'era prevedibile, la prima secca dove il precario vascello governativo ha rischiato di incagliarsi è stata la Giustizia. Prevedibile perché, nonostante il...
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Com'era prevedibile, la prima secca dove il precario vascello governativo ha rischiato di incagliarsi è stata la Giustizia. Prevedibile perché, nonostante il nocciolo duro della sinistra sia ancora tendenzialmente manettaro e giacobino, esso contiene una benemerita frazione di convinti garantisti.
È vero che la ragion di Stato ne ha talvolta soffocato le aspirazioni, come è avvenuto nel caso della nave Diciotti, quando ogni argomento giuridico militava a negare l'autorizzazione a procedere contro Salvini, autorizzazione che Renzi e compagni hanno invece sostenuto al solo fine di estromettere l'avversario. Ma è anche vero che, scampato il pericolo del Male Supremo, questa tendenza riemerge, e il diniego all'arresto di Diego Sozzani ne costituisce un esempio significativo.
Qualcuno dirà che il salvataggio del deputato forzista è una forma di autotutela preventiva, perché ogni parlamentare, con i tempi che corrono, è a rischio di imprevisti dolorosi. Ma non è così. Al di là dell'interesse personale alla propria incolumità, crediamo che i numerosi franchi tiratori che hanno sconfessato la linea della maggioranza abbiano voluto affermare, nel senso più squisitamente politico, la centralità del parlamento rispetto all'invadenza del potere giudiziario.
Probabilmente memori dei padri costituenti che avevano previsto l'immunità a garanzia non della persona ma della carica, e in definitiva della volontà dei cittadini. (...)
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Il Gazzettino