Carlo NordioAlcuni decenni fa l'insuperabile teatro inglese produsse un evento straordinario. Due grandi attrici, Glenda Jackson e Vanessa Redgrave, che recitavano la Maria...
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Alcuni decenni fa l'insuperabile teatro inglese produsse un evento straordinario. Due grandi attrici, Glenda Jackson e Vanessa Redgrave, che recitavano la Maria Stuarda di Schiller, si scambiavano ogni giorno le due parti principali: una volta Vanessa impersonava Elisabetta, spietata regina che faceva decapitare la sfortunata Maria, e la volta dopo cedeva il ruolo a Glenda, che dal ruolo di vittima passava a quello di carnefice. Il pubblico ne rimase deliziato, riconoscendo che il quotidiano avvicendarsi in personaggi opposti esigeva una straordinaria professionalità.
Oggi il teatro (teatrino) politico italiano ripete, con meno successo, quell'espediente bizzarro. Salvini, fino a ieri roccioso antagonista di un timido Conte, si sottomette, sia pur con riluttanza, al diktat del Presidente, proprio sul tema migratorio che più gli stava a cuore. Di Maio, a lungo considerato succube del collega leghista, ne respinge orgoglioso gli appelli penitenti. Sull'altro versante il segretario del Pd, fino a ieri sostenitore dell'ineluttabilità del voto, accede alle istanze di Renzi auspicando addirittura un accordo di legislatura. Ma torniamo al governo.
Se c'era un punto sul quale Conte, Di Maio e Salvini erano indissolubilmente uniti, era proprio quello della disciplina migratoria. Lo erano politicamente, perchè tutti avevano stragiurato di condividere la rigorosa linea comune.
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Il Gazzettino