CAOS FABBRICHE PORDENONE Quella di ieri è stata un'altra giornata di caos

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CAOS FABBRICHEPORDENONE Quella di ieri è stata un'altra giornata di caos nelle fabbriche e in molti altri luoghi di lavoro. Mentre nel comparto del commercio - dopo il decreto di...

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CAOS FABBRICHE
PORDENONE Quella di ieri è stata un'altra giornata di caos nelle fabbriche e in molti altri luoghi di lavoro. Mentre nel comparto del commercio - dopo il decreto di due giorni fa e salvo alcune situazioni in cui non vengono rispettate le regole previste per i lavoratori - la situazione è chiara per i vari ambiti e settori nel mondo dell'industria la situazione è del tutto incerta. Con diverse situazioni - come hanno riferito in serata le organizzazioni sindacali - nelle quali gli operai avevano timore ad entrare nei reparti. Dove non ci sono ancora le condizioni minime di garanzia - in molti casi mancano i disinfettanti a base alcolica per le mani, per non parlare delle mascherine o dei termoscanner - previste dall'ultimo decreto per lavorare in sicurezza. «Le persone - sottolinea Maurizio Marcon, segretario Fiom - comprensibilmente sono impaurite poiché, nel mondo fuori, l'appello è di restare a casa e di rispettare tutte le regole previste, mentre all'interno delle fabbriche spesso non c'è alcuna regola e alcun dispositivo di sicurezza». Molte aziende sarebbero pronte a sospendere temporaneamente l'attività (in alcuni casi cominciano a esserci anche problemi legati all'approvvigionamento) ma attendono i provvedimenti che dovrebbero essere varati dal governo nelle prossime ore e che dovrebbero riguardare l'ampliamento degli ammortizzatori sociali e una sorta di vademecum delle regole da rispettare, relativamente al mantenimento della sicurezza, per le imprese che decidono di rimanere aperte. A questo proposito nel pomeriggio di ieri a Pordenone c'è stato un vertice tra Confindustria e i vertici di Cgil, Cisl e Uil. Nell'incontro si è stabilito un percorso condiviso - che partirà da lunedì mattina - che terrà conto dei provvedimenti governativi nazionali. Bisognerà stabilire le condizioni da prevedere all'interno delle fabbriche che decideranno di proseguire l'attività. Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto anche un incontro urgento al prefetto Maria Rosaria Maiorino segnalando forti criticità sul rispetto delle misure precauzionali previste al fine di contenere la diffusione del contagio. Intanto ieri la Rsu di Electrolux Porcia ha chiesto all'azienda di sospendere la produzione. La risposta dell'azienda è stata negativa, ma anche in questo caso si attendono i decreti nazionali. Anche il presidente dell'Associazione costruttori Elvis Santin ha scritto a tutte le imprese edili del territorio: «Invito tutti coloro che sono nella posizione di poterlo fare da subito di sospendere le proprie attività, mettere in sicurezza i cantieri e seguire le regole di buon senso per contrastare questa emergenza».

BASE USAF

E anche all'interno della Base di Aviano - dove lavorano quasi 750 civili italiani - il sindacato segnala diverse situazioni in cui non sarebbero rispettate le regole dell'ultimo decreto. «A cominciare - sottolineano Eugenio Sabelli (Cisl) e Angelo Zaccaria (Uil) - da alcuni ristoranti che erano rimasti aperti e che sono stati chiusi solo dopo che noi abbiamo chiamato i carabinieri per il rispetto delle norme. Anche nei supermercati non vi sono le garanzie: le commesse non sono munite di mascherine e non viene rispettata la distanza di un metro con le persone. C'è stata poi - aggiungono - una situazione in cui una sala da 70 posti si è riempita di personale Usa senza il rispetto delle norme della distanza. Non è pensabile che dentro la base regni una sorta di extraterritorialità».
D.L.
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Il Gazzettino