Cantina Rauscedo pronta a ribattere a tutte le accuse

Cantina Rauscedo pronta a ribattere a tutte le accuse
L'INCHIESTAPORDENONE Entro la settimana la cooperativa Cantina Rauscedo conta di poter dimostrare che le contestazioni, mosse dalla Procura di Pordenone sulla presunta frode in...

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L'INCHIESTA
PORDENONE Entro la settimana la cooperativa Cantina Rauscedo conta di poter dimostrare che le contestazioni, mosse dalla Procura di Pordenone sulla presunta frode in commercio dei vini Doc e Igp, vanno ridimensionate. L'avvocato Stefano Zanchetta, specializzato in diritto vitivinicolo ed enologico, è fiducioso. «La contabilità relativa ai conferimenti di uva - spiega l'esperto che tutela la Cantina friulana - è molto complessa. Grazie alla tracciabilità siamo in grado di ricostruire sia i conferimenti sia il ciclo di vinificazione. Se poi dovesse emergere qualche errore nelle rese, potrà essere valutato». In quel caso si tratterebbe di un errore di tipo amministrativo che, secondo l'esperto, non troverebbe giustificazione nel sequestro preventivo che ha bloccato la commercializzazione di 300mila ettolitri di vino provenienti dall'ultima vendemmia. Va sottolienato che i sigilli posti alle cisterne da parte di Nas e Ispettorato repressione frodi di Udine non comprometteranno in alcun modo il prodotto, in quanto le fasi della lavorazione del vino continuano a essere garantite.

Obiettivo delle difese è chiarire la vicenda in tempi brevissimi per non pregiudicare l'esercizio 2018/2019. L'inchiesta, infatti, rischia di comportare un danno rilevante per la cooperativa sostenuta da 416 soci (un centinaio hanno meno di 30 anni) che curano 1.700 ettari di vigne, pari al 10% dell'intero vigneto Friuli. Nell'ultimo esercizio la produzione ha toccato i 36,5 milioni di euro e 5,5 milioni sono stati investiti in attrezzature e impianti di ultima generazione per la lavorazione di vini e mosti. Da parte delle difese degli amministratori e dei soci della Cantina vi è adesso l'urgenza di dimostrare che le qualità Dop e Igp rispondono alle regole indicate nel disciplinare sia per quanto riguarda i quantitativi prodotti per ettaro sia per quanto riguarda la qualità dei vitigni. In caso contrario si rischia il declassamento dei vini pregiati, che dovranno essere posti sul mercato come vino generico, a prezzi decisamente inferiori.
C.A.
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Il Gazzettino