Cantieri, case e fabbriche: ecco la mappa del degrado

Cantieri, case e fabbriche: ecco la mappa del degrado
Ci sono molti cantieri avviati e subito dopo lasciati da imprese paralizzate dalle difficoltà economiche. Ci sono poi le case vuote da tempo, che non si vendono, e che non si...

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Ci sono molti cantieri avviati e subito dopo lasciati da imprese paralizzate dalle difficoltà economiche. Ci sono poi le case vuote da tempo, che non si vendono, e che non si possono neppure ristrutturare, per mancanza di risorse. E ancora ci sono diversi siti, fino a qualche anni fa vitalissimi per la presenza di uffici e attività commerciali, che risultano oggi completamente abbandonati. Gli effetti della crisi, dunque, hanno fatto sì che praticamente in tutta la città si siano creati dei "non luoghi" diventati dormitori per clandestini, tossicodipendenti, spacciatori, delinquenti e soggetti border line. E se a queste aree riconvertitesi in bivacchi si aggiungono altri posti lasciati andare per incuria, il numero delle zone degradate, e occupate dai senzatetto, in città risulta essere in continuo aumento. Come confermano le segnalazioni che arrivano quotidianamente alla Polizia Municipale dai cittadini esasperati di vedere a fianco delle loro abitazioni situazioni critiche.

Una delle più eclatanti è quella di Piazza Salvemini e dell'attiguo PP1: nei sottoportici di uno degli edifici semivuoti vivono abitualmente una decina di tossicodipendenti, tra cui la ragazza che nei giorni scorsi proprio lì ha partorito un neonato morto poco dopo. Hanno coperte e cartoni per ripararsi che lasciano negli angoli anche quando si allontanano, come a dire che quella a tutti gli effetti è la loro dimora. Oltre la barricata, cioè nel terreno appunto del Pp1 venduto a peso d'oro e dove dovevano sorgere dimore lussuose da vendere poi a prezzi da capogiro, ci sono invece le casette del cantiere incompiuto, dove trascorrono la notte i clandestini. Numerose sono state le retate dei vigili, ma altrettanti i rientri degli "inquilini" abusivi. Conclusione: gli operatori di Aps cercano almeno di fare un po' di pulizia rimuovendo ogni giorno sporcizia ed escrementi, ma una soluzione radicale è ancora di là da venire. Cosiccome in Corso Australia, dove nell'ex Foro Boario i vigili continuano a murare gli accessi: i tentativi di tenere vuoto l'ex macello durano al massimo poche ore, perché poi arrivano immigrati, ma soprattutto rom che rientrano. Ci sono poi la Stazione Ferroviaria e l'ex caserma Romagnoli, da tempo conclamati ricettacoli di sbandati. Segnalazioni frequenti dai cittadini, poi, si hanno anche per quanto riguarda la lottizzazzione di Pontevigodarzere vicino al capolinea del tram: anche qui gli "scheletri" delle fondamenta abbandonate e i resti del cantiere si trasformano in dormitori. Accampamenti improvvisati nelle ore notturne si registrano pure all'Ifip, vicino alla Chiesa della Pace, in Piazzale Boschetti dove c'era la Stazione delle corriere, in via Cave, nella palazzina che ospitava prima la Parmalat. Per non parlare dell'ansa Borgomagno dove ci sono diversi capannoni dismessi, della Guizza (nell'ex scuola vicina al parco dei Salici), delle piazze De Gasperi e Mazzini, e di alcuni alloggi di via Aspetti. In viale Nereo Rocco, nei pressi dello stadio, la rimozione di un container usato come bivacco non ha risolto le criticità, mentre nell'ex sede del Configliachi di via Reni gruppi di extracomunitari più volte sono stati cacciati, ma poi sono ritornati. Analoga situazione in via Goldoni nell'edificio fantasma ex Imep (o ex Elettringross), in Piazza Azzurri d'Italia all'ex Totip, sotto il cavalcavia Dalmazia e in via San Marco, nell'area dove la Despar ha in animo di realizzare un punto vendita. Infine gli argini, che non sono di proprietà privata, sono stati trasformati in "campeggi" clandestini. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino