Cani anti-veleno nei parchi cittadini: fiuteranno le polpette-killer a terra

Cani anti-veleno nei parchi cittadini: fiuteranno le polpette-killer a terra
PORDENONE Cani anti-veleno a caccia di polpette killer. Sono quelli che, in caso di necessità, entreranno in azione a partire dal mese prossimo. Saranno in grado, forti di...

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PORDENONE Cani anti-veleno a caccia di polpette killer. Sono quelli che, in caso di necessità, entreranno in azione a partire dal mese prossimo. Saranno in grado, forti di uno specifico addestramento, di scovare in qualsiasi posto, specie nei parchi, bocconi avvelenati lasciati appositamente da qualche malintenzionato per uccidere altri animali.


I DETTAGLI
Fanno parte del Gruppo cinofilo del Montello e ad ottobre parteciperanno, assieme ai cani molecolari (in grado di trovare le persone disperse), ad una dimostrazione pubblica che si terrà a Pordenone. «Dopo un primo incontro conoscitivo annuncia l'assessore Stefania Boltin queste unità cinofile potranno essere impiegate o al momento del bisogno, qualora il fenomeno delle polpette killer dovesse ripresentarsi in città, oppure per semplici attività di controllo e, quindi, di prevenzione. L'augurio mio, ovviamente, è che non ce ne sia mai bisogno». Gli ultimi bocconi avvelenati scovati in città, in due diverse zone, risalgono a luglio. Erano stati trovati rispettivamente in via Leo Girolami e Stradelle. Uno dei due cani che le aveva ingerite, un Setter, sta meglio. L'altro, un meticcio, ha riportato danni permanenti. «Dopo l'avvelenamento - afferma Boltin - continua ad avere attacchi epilettici e fatica a muoversi». In zona sono stati apposti dei cartelli con i quali l'assessore invita i cittadini a passeggio con i loro cani a prestare la massima attenzione. «È giusto - ricorda - che tutti facciano la loro parte, che vigilino affinché certi episodi non si verifichino più». Non è facile individuare chi commette quei gesti ma Boltin è convinta che, «unendo le forze, sarà possibile evitare che altri cani possano fare la stessa fine dei due che hanno ingerito le esche. Ci sono cittadini che non sopportano gli animali, che vogliono loro male. Ecco a queste persone chiedo di lasciarli stare, di essere indifferenti. Non di ucciderli. E se quelle polpette, per sbaglio, venissero ingerite da un bambino? Ho i brividi al solo pensiero che possa accadere».

MONITORAGGIO

L'assessore della giunta Ciriani ha già chiesto al comandante della polizia locale, Massimo Olivotto, di aumentare i controlli sul territorio. «Vedrei bene, inoltre, la possibilità che vengano creati dei veri e propri gruppi di volontari che, girando di via in via, possano scoraggiare i malintenzionati o, comunque, segnalare eventuali comportamenti sospetti. Le telecamere? Sono utili ma è ovvio che non possiamo piazzarle ovunque: oltre ai costi ingenti - ragiona l'assessore - bisognerebbe trovare personale dedicato solamente a visionare i filmati. Il privato può dotarsi di questi strumenti ma deve prestare attenzione: possono inquadrare soltanto la proprietà privata e non la pubblica via». Ora, però, è stato garantito anche l'impiego dei cani antiveleno. «Li vedremo in azione già a partire dal mese prossimo assicura Boltin dopodiché, lo ripeto, le unità cinofile potranno essere impiegate in diverse modalità». Per vincere la guerra con chi ha disseminato la città di bocconi avvelenati, sperando che possano essere ingeriti da cani e gatti, l'assessore ha chiesto la collaborazione di tutti. E non ha escluso di istituire delle vere e proprie ronde. Nulla a che vedere con quelle padane (lanciate dall'allora Lega Nord) ma gruppi di cittadini che, mettendo a disposizione parte del loro tempo libero, potrebbero tenere d'occhio i punti più sensibili di Pordenone. Dove, essendoci una maggiore concentrazione di animali domestici, è possibile che qualcuno tenti nuovamente di piazzare delle esche avvelenate. Di recente segnalazioni di possibili situazioni di pericolo erano giunte anche alle associazioni animaliste, che avevano suggerito ai proprietari dei cani di prestare parecchia attenzione al fatto che in determinate aree del territorio potevano essere state sparse spugne ed esce avvelenate. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino