Parla ora anche un pò veronese il prosecco docg Conegliano-Valdobbiadene: la Masi Agricola spa di Gargagnago ha acquistato il 60% della Canevel Spumanti spa di Valdobbiadene. ...
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Carlo Caramel, figlio del fondatore della storica cantina valdobbiadenese che produce circa 800mila bottiglie e ha un fatturato di 4,2 milioni di euro, mantiene a sè un 40% della società. L'accordo, finalizzato al potenziamento del marchio Canevel, è stato chiuso ieri.
La Masi, tra i principali produttori di vini radicata in Valpolicella Classica e nelle Venezie, conosciuta in particolare per i suoi Amaroni, ha condotto un'operazione dal valore di circa 7 milioni di euro che le ha permesso di acquistare il 60% dello spumantificio di Valdobbiadene. E anche il 60% della Società Agricola Canevel e di Canevel Spumanti Tenuta Le Vigne società agricola, entrambe con sede a Refrontolo. Le tre aziende Canevel dispongono in totale di 26 ettari di terreni, di cui 15 a superficie vitata rientranti nell'area del Prosecco Superiore docg. La Masi ha rilevato le partecipazioni dei soci storici della Canevel (Carlo Caramel, Tatiana Milanese, Silvia Caramel, Roberto De Lucchi e Roberto Covre), mentre Carlo Caramel figlio del fondatore è rimasto attivo nella società con un 40% ed è stato nominato presidente del consiglio di amministrazione delle tre società e svolgerà anche la funzione di "brand ambassador". «Siamo orgogliosi di aver concretizzato questa operazione - afferma Sandro Boscaini, presidente di Masi Agricola - che attesta ancora una volta che nel mondo dei vini premium è possibile combattere la frammentazione dei produttori per provare a consolidare masse critiche più significative».
«Per l'azienda Canevel - aggiunge Carlo Caramel - l'aggregazione con Masi rappresenta l'opportunità di entrare a far parte di una piattaforma di elevato standing, che consentirà di sfruttare sinergie e risorse addizionali a più livelli della catena del valore, senza però snaturare le peculiarità del nostro brand e l'identità aziendale che abbiamo costruito in quasi 40 anni di lavoro».
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Il Gazzettino