Candidati sindaci, c'è Bisetto

Candidati sindaci, c'è Bisetto
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LA NOVITÀ
TREVISO Bepi Bisetto candidato per il Popolo della Famiglia: a Treviso potrebbe arrivare il sindaco contro le sette. «Sono un idealista. Combatto le streghe e anche la cattiva politica», sorride Bisetto, che oggi verrà investito ufficialmente del ruolo. E, se le cose vanno come sembra, dovrà scontrarsi con Manildo e Conte, ma anche con Maristella Caldato e Domenico Losappio. «Siamo i reietti dello scacchiere partitico. Il nostro 1% sembra non interessare nessuno. Però noi desideriamo che ci sia il simbolo. Perché la famiglia è in coda a tutte le agende politiche. Mentre dovrebbe essere al centro dei programmi».

ALL'OPPOSIZIONE
Sessantasei anni, da oltre un ventennio sulla scena degli anti-sette, Bisetto è il portavoce ufficiale del GRIS Treviso. Ma non è neppure un novellino della politica: «Era l'alba dei tempi ma sono stato tre volte consigliere di minoranza. Prima durante il mandato di Vitttorino Pavan, poi con Gagliardi e infine sotto Gentilini. Avevamo creato la lista Ritrovare Treviso formata da ex democristiani. Sempre all'opposizione. Esperienze non prive di interesse». Ma questa volta la discesa nell'agone rischia di essere davvero difficile, soprattutto se si decide di correre soli: «Ma noi abbiamo anche fatto delle avances. Al momento pare che a nessuno interessi darci visibilità. Poi vedremo, magari il nostro 1% può essere utile a qualcuno». Bisetto sa perfettamente che la partita è tutta tra il sindaco attuale Manildo e lo sfidante del centrodestra, Mario Conte: «Manildo ha fatto delle cose molte buone, tra cui tutti gli investimenti sulla cultura. Poi c'è molto di discutibile, penso ad esempio al registro delle unioni civili. E qualche vero obbrobrio. Non dobbiamo dimenticare che Manildo e Michielan con quell'orrenda ciclabile hanno distrutto il più bel viale alberato della città. Ovvero viale Monte Grappa».
STRANIERI

Sul candidato della Lega non si sbilancia più di tanto. Anche perché, sai mai che non si possa diventare sodali: «Conte frequenta il mio stesso bar, ma non lo conosco. Mi dicono che non sia neppure così negativo nei nostri confronti. Però deve cercare di essere più permeabile se vuole voti, di farsi vedere, conoscere». Chissà, magari un margine... «Ma non ci interessa più di tanto. Noi andremo anche soli. Vogliamo però esserci». Il programma? «La famiglia prima di tutto: dall'emergenza abitativa alle scuole, dalla mobilità alle tutele». Ci sono idee e nomi sulla composizione della lista? «Lo vedrete oggi: anticipo che sarà una lista aperta anche agli stranieri». Dovesse mai vincere, come si comporterebbe con gli altri luoghi di culto? «Beh sulle moschee daremmo un bel giro di vite. Ma il problema è sempre con quale Islam parliamo. Io con i moderati mi rapporto senza problemi». Ma davvero pensa di avere una chance di indossare il tricolore? «Beh il mondo della politica è sufficientemente strano perchè possa accadere anche l'impossibile».
Elena Filini
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Il Gazzettino