Canale dei petroli ora serve un sito dove stoccare i fanghi inquinati

Canale dei petroli ora serve un sito dove stoccare i fanghi inquinati
NAVIMESTRE L'altro ieri la Commissione di Salvaguardia ha valutato che non si poteva posticipare ulteriormente la decisione su un progetto che è già in ritardo di oltre un mese...

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MESTRE L'altro ieri la Commissione di Salvaguardia ha valutato che non si poteva posticipare ulteriormente la decisione su un progetto che è già in ritardo di oltre un mese e che mette a repentaglio la funzionalità e l'affidabilità del porto. E ieri l'Organismo di partenariato dell'Autorità di sistema portuale del mare Adriatico settentrionale (Adspmas) ha preso atto dell'approvazione del progetto di Protezione del Canale Malamocco-Marghera per evitare che i fanghi della laguna continuino a scivolare nel letto del canale principale di accesso al porto bloccando l'accesso alle navi più grandi.

ULTIMI DOCUMENTI
L'Autorità sta ancora aspettando il documento ufficiale della Commissione di salvaguardia ma i componenti dell'Organismo, che è l'ente consultore del Porto, hanno valutato che - salvo sorprese - per febbraio marzo i lavori dovrebbero essere finiti, e l'ultima ordinanza della Capitaneria, che toglie un metro di pescaggio al Canale, dovrebbe essere superata per tornare all'operatività normale e quindi alla profondità di inizio anno, 11,50 metri: «Se lo spieghiamo agli armatori, due mesi di attesa li comprendono - dicevano ieri - ma se ci dovessero essere nuovi ostacoli potrebbe diventare pericoloso». Ma operatori, sindacati e Autorità hanno preso la cosa con fiducia. Anche perché la strada in realtà è ancora lunga dato che il progetto appena approvato è solo l'inizio di un intervento più complesso. Il cantiere da 15 milioni di euro che aprirà tra breve prevede di scavare i fanghi scivolati in acqua lungo 1 chilometro e 300 metri di riva della cassa di colmata e di rimetterli al suo interno, ma la cassa di colmata è ben più lunga ed è facile che, una volta realizzata la nuova riva in palancole e poi in pietrame, i fanghi finiscano in canale dove continuerà a mancare la protezione.
PROSSIMI INTERVENTI
Si tratterà, quindi, di proseguire l'intervento come, del resto, garantire la profondità anche degli altri canali portuali. E a quel punto sorgerà il problema di dove sistemare i fanghi scavati. Perché il Vallone Moranzani, la grande discarica di Malcontenta che avrebbe dovuto ospitare i fanghi inquinatissimi, non è ancora disponibile e oltretutto di fanghi inquinatissimi non ce ne sono più: e mentre sistemare e gli oltre C costa 100 euro a tonnellata, i fanghi poco sporchi tolti dai canali portuali, ad esempio i B, costano tra gli 8 e i 10 euro a tonnellata, cosa che fa saltare i conti di sostenibilità economica della discarica.
C'è, poi, anche un'altra questione: gli ambientalisti se la sono presa con il Porto accusandolo di voler distruggere la laguna ma, per legge, la sistemazione delle rive della cassa di colmata sarebbe compito del Provveditorato interregionale alle opere pubbliche, ossia dell'ex Magistrato alle acque. Il Porto è intervenuto perché il Provveditorato non ha risorse sufficienti e il problema andava comunque risolto per evitare di bloccare le banchine.

Elisio Trevisan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino