Un paesaggio lagunare stravolto, con delle velme di fatto interrate e trasformate in barene. Così denunciò la Lipu per dei lavori eseguiti nella laguna di Marano, tra Caorle e...
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Ieri la prima udienza davanti al giudice monocratico di Venezia. A sostenere l'accusa il pubblico ministero Giorgio Gava, che ha coordinato le indagini a partire proprio da un esposto della Lipu. Con quell'intervento, nel 2010, venne ripristinato un canale che si era insabbiato. Ma al centro dell'accusa è il riutilizzo del materiale scavato con cui vennero ricoperte le velme, stravolgendo di fatto il paesaggio. Un intervento che avrebbe avuto bisogno di una valutazione di impatto ambientale - sempre stando all'accusa - visti i particolari pregio e delicatezza dei luoghi. Invece la commissione si accontentò di una valutazione di incidenza ambientale. E ieri i testimoni del pubblico ministero hanno confermato la distruzione delle velma.
Ma il processo sarà combattuto. I difensori degli imputati - gli avvocati Antonio Forza, Andrea Pavanini e Marco Vassallo - sostengono che l'intervento è stato eseguito nel pieno rispetto di normativa e ambiente. La stessa scelta di creare delle barene, al posto delle velme, sarebbe stata voluta. E per provarlo hanno chiesto l'audizione di tre consulenti, tra cui l'ingegner Luigi D'Alpaos. Se ne riparlerà, però, solo il 2 marzo dell'anno prossimo, data a cui è stata rinviata l'udienza. Una lunga attesa, mentre la prescrizione incombe. (r. br.)
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Il Gazzettino