ROMA - Due voci dal sen fuggite hanno, senza che in molti ne sentissero il bisogno, riportato al calor bianco lo scontro tra Cgil e Pd. La prima a muovere è stata Susanna...
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In serata, dagli schermi di "Otto e mezzo", è intervenuto Pierluigi Bersani: «Non sono d'accordo» con la Camusso quando dice che il governo Renzi è frutto dei poteri forti, «è come dire che noi siamo eterodiretti dalla Cgil, una stupidaggine. Renzi è lì per il Parlamento, ha preso la fiducia dal Parlamento». «Ma - ha aggiunto Bersani - dice giusto la Camusso quando dice che il sindacato ha pieno diritto di chiedere una trattativa con il governo. Con gli industriali farmaceutici qualche incontro l'hanno fatto, o non mi spiegherei qualche misura che hanno preso». «Non si possono accendere micce - ha avvertito l'ex segretario Pd - e farsi un nemico al giorno. La situazione è seria e un partito di governo deve prenderla seriamente».
Picierno, nel frattempo, si era "corretta": «Non era mia intenzione lanciare accuse. Se ho dato questa impressione mi dispiace. Rispetto il sindacato e il popolo della piazza, ma altrettanto rispetto chiedo nei confronti di chi pensa che la sinistra sia cambiamento e riforme e anche nei confronti dell'attuale governo a cui è stata data la fiducia dal Parlamento. E non certo dai poteri forti».
Ma a prendere le distanze da Camusso è stato, da Venezia, il segretario della Uil, Luigi Angeletti: «Un segretario del sindacato non può dire che un presidente del Consiglio è messo lì dai poteri forti: Renzi è stato proposto dal presidente della Repubblica ed eletto dal parlamento, che non mi sembrano marionette. Dicendolo, quindi, la Camusso fa autogol, perché sposta la discussione sui problemi politici: e lì, come facciamo a vincere?». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino