Calenda si finge papà manesco, un caso social

Calenda si finge papà manesco, un caso social
LA POLEMICAIl politicamente corretto confina sempre con il ridicolo. Spesso travalica la frontiera, ma mai come stavolta. L'ex ministro, e candidato della lista Siamo europei,...

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LA POLEMICA
Il politicamente corretto confina sempre con il ridicolo. Spesso travalica la frontiera, ma mai come stavolta. L'ex ministro, e candidato della lista Siamo europei, Carlo Calenda, scherza sull'educazione dei figli («Picchiarli sempre!») e tutti sui social cominciano a picchiare lui. Trattandolo come un energumeno. «Che orrore!», s'indigna una follower. Che tristezza, bisognerebbe aggiungere: come si fa a non capire l'ironia del gioco di Calenda? Giuliano Ferrara, rispondendo a un tweet in cui l'ex ministro raccontava della partecipazione del figlio alla piazza ecologica di Greta Thunberg, commenta: «Carlo, picchialo!». E il babbo si scatena scherzando: «Quello sempre. Di base. Almeno due volte al giorno». Un'utente di Twitter s'indigna per questa brutalità genitoriale, e Calenda rincara la dose: «Ieri mio figlio s'è beccato un bel ceffone per aver risposto male alla madre». Protestano i twittaroli: «Le mani non si dovrebbero mai usare contro i figli!». E lui: «Allora un bel calcione nel sedere». «Ma è terribile», si duole un tizio sul web. E Calenda: «Un ceffone ben assestato a adolescente grosso e turbolento ci sta. Non darlo, quando serve, è una grave responsabilità». Il che è vero. E la battaglia dei genitori teneroni contro il violentissimo Carlo potrebbe continuare all'infinito, finché lui non la chiude così: «E ora, scusate, ma devo andare a picchiare i figli, distruggere videogiochi e rubare uova di Pasqua a signore anziane».

M.A.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino