Calcio neroverde I playoff rilanciano il sogno stadio in zona Interporto

Calcio neroverde I playoff rilanciano il sogno stadio in zona Interporto
IL SOGNO-PROMOZIONEPORDENONE Avanti tutta sullo stadio. I playoff sono pressoché sicuri (i numeri nel calcio non mentono), il secondo posto con promozione diretta in A rimane...

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IL SOGNO-PROMOZIONE
PORDENONE Avanti tutta sullo stadio. I playoff sono pressoché sicuri (i numeri nel calcio non mentono), il secondo posto con promozione diretta in A rimane possibile (dista solo 3 punti), il futuro può rivelarsi straordinario, con rivali come Juventus, Inter e Milan. La stagione dei neroverdi di mister Attilio Tesser dopo il lockdown ha faticato 180' a ingranare. Poi ha svoltato, ricominciando a regalare gol, emozioni ed entusiasmo.

ENTUSIASMO
Il presidente Mauro Lovisa credeva ieri al salto di categoria. Figuriamoci se non lo fa oggi, supportato dai fatti. Il sindaco Alessandro Ciriani deve andarci decisamente più cauto, come impone il suo ruolo, però in caso di decollo verso il paradiso del pallone la città non può farsi trovare impreparata. Da qui l'accelerazione concertata sul progetto dell'impianto di proprietà, in zona Interporto, non lontano dall'A28. Una struttura da 8-9 mila posti, integrabili fino ai 16 mila che rappresentano il minimo di capienza imposto dalla Figc per gli stadi della massima serie. Il costo stimato? Dai 22 ai 25 milioni di euro. Una cifra molto importante, certo. Però, oltre a un pool d'investitori privati (con i quali Lovisa s'interfaccia da tempo), scenderebbe in campo l'Istituto per il credito sportivo, ovvero la banca pubblica del settore, che concede mutui a tassi più che agevolati. L'idea di fondo sarebbe quella di un impegno lungo 25 anni, con una rata di 650-700 mila euro ogni 12 mesi.
SINERGIA
Ne uscirebbe non una cattedrale nel deserto ma una struttura moderna, utilizzabile per altri scopi, dai concerti agli eventi extrasportivi. Un sito pensato e costruito a misura di famiglie, per riportarle a tifare in tutta sicurezza, come piace al profetico presidente dei ramarri. Non solo. Si può presumere che la Regione sia disponibile a investire nel disegno generale (naturalmente non in forma diretta) due milioni e 200 mila euro, ovvero quanto era stato messo sul piatto per sistemare il Tognon di Fontanafredda. Da parte sua il Municipio sarebbe chiamato a confermare la disponibilità già annunciata ad affiancare il club neroverde in tutte le opere di urbanizzazione, dai parcheggi all'illuminazione. «Il Pordenone ha a suo tempo dichiarato il sindaco Ciriani vive una stagione magica. La squadra è solida, costruita bene e ha un allenatore come Attilio Tesser che sa dove vuole arrivare. La posizione in classifica è lusinghiera e, pur con la consapevolezza di non lasciarsi prendere dai facili entusiasmi correndo il rischio di fare il passo più lungo della gamba, dobbiamo essere pronti ad affiancare team e società nell'ambizioso percorso». Proprio questo è un punto centrale del pensiero espresso dal primo cittadino: giocare di squadra una simbolica partita capace di portare al coinvolgimento del maggior numero di persone e forze economiche nel progetto Pordenone.
NEL FRATTEMPO

Tutto questo però è nel grembo del futuro. Intanto c'è un presente, che parte dalle ultime sfide della stagione regolare (basilare sarà quella di lunedì alle 21, dal Crotone di Stroppa) per passare attraverso l'ospitalità a Trieste, non gradita dagli ultras dell'Unione. È complesso ipotizzare un futuro al Rocco, sia pure a breve termine, o nuovamente alla Dacia Arena di Udine. Ancora più difficile pensarlo a Fontanafredda, sede che da sempre non piace a Mauro Lovisa (e con forti criticità d'ordine pubblico). In zona resta solo il Mecchia di Portogruaro, che però ha forti necessità, sul quale l'attenzione è puntata da tempo. Più in là c'è Padova: troppo lontano. Per questo, ora più che mai, lo stadio non è più solo un sogno.
Pier Paolo Simonato
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino