Ca' Sugana incoraggia le coop «Questo il modello da seguire»

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TREVISO - (mf) «Speriamo che da qui possa partire lo sviluppo dell'accoglienza diffusa in tutta la provincia. È evidente che questa è la strada migliore per la gestione dei richiedenti asilo». Liana Manfio, assessore alla partecipazione della giunta Manildo, già a capo del settore del sociale, benedice il progetto della cooperativa La Esse che ha portato alla sistemazione di 15 profughi in tre appartamenti dati dal proprietario in comodato d'uso gratuito alla stessa coop in un condominio a ridosso della strada Ovest. La Manfio pone in particolare l'accento sulle modalità seguite per l'integrazione: gli incontri con i vicini che la cooperativa ha organizzato direttamente all'interno degli appartamenti che poi hanno ospitato i richiedenti asilo e quelli in programma per consentire agli stessi vicini di conoscere i profughi. Un modo per provare a scacciare la paura che inevitabilmente accompagna l'arrivo di persone sconosciute. «Gli operatori de La Esse (nata dalla fusione de Il Sestante e Servire, ndr) hanno sempre fatto un ottimo lavoro - spiega l'assessore - sono attenti non solo agli aspetti del vitto e dell'alloggio ma anche all'inserimento dei richiedenti asilo in attività che mirano all'integrazione». «È un tipo di accoglienza che condivido in pieno - aggiunge - ci siamo sempre battuti affinché ciò fosse possibile». Tutto un altro mondo rispetto ai grandi centri come l'ex caserma Serena. «Non c'è paragone - sottolinea la Manfio - tra la positività di un inserimento con numeri ridotti, accompagnato da incontri specifici, e l'accumulo di persone in una struttura unica». L'accoglienza diffusa, basata sull'affitto diretto di alloggi da parte delle coop, permetterebbe anche di aggirare il niet di molti sindaci all'arrivo di profughi nel loro territorio. Portare avanti un inserimento non condiviso dal municipio non sarebbe comunque una passeggiata. Ma così i muri non sono più invalicabili.

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Il Gazzettino