C'è chi ha combattuto fino alla fine, sottoponendosi alla chemio e a tutte

C'è chi ha combattuto fino alla fine, sottoponendosi alla chemio e a tutte
C'è chi ha combattuto fino alla fine, sottoponendosi alla chemio e a tutte le cure possibili. «Sì, la mia Giorgia l'ha fatto,...

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C'è chi ha combattuto fino alla fine, sottoponendosi alla chemio e a tutte le cure possibili.

«Sì, la mia Giorgia l'ha fatto, non si è mai arresa».
(Volge lo sguardo indietro e rievoca una storia mai dimenticata, Federico Morandi, 30 anni, fidanzato della padovana Giorgia Libero, la guerriera del web che, prima di morire nell'agosto scorso - 13 giorni prima di Eleonora - uccisa da un linfoma, combattè per 22 mesi, condividendo la sua battaglia su Instagram, Facebook e Linkedin. Le sue frasi, rivolte al tumore che la divorava, commossero migliaia di persone: Ma cosa vuoi da me? Cosa?. Non sono nata perchè tu mi portassi via, a 23 anni).
Se Giorgia avesse deciso di non sottoporsi alla chemio e ad altre cure, lei come avrebbe reagito?
«Avrei fatto di tutto perchè cambiasse idea. Le avrei detto: Giorgia, dobbiamo trovare la soluzione migliore perchè tu possa vivere, hai solo 23 anni».
Molti però muoiono nonostante chemio e radioterapia.
«È vero. Queste cure ci sono da molti anni e ora c'è anche chi le mette in discussione. La chemio poi, dopo tante sedute, finisce per avvelenare anche le cellule sane, ma è comunque una cura da tentare. Oggi però sarebbe giusto trovare nuove alternative da associare a queste. In questo senso il sistema sanitario dovrebbe avviare una seria ricerca scientifica».
A Giorgia avevano diagnosticato il linfoma di Non-Hodgkin, a Eleonora la leucemia.
«Nel caso della leucemia, so che la chemioterapia offre buone possibilità di guarigione».
Dopo la morte di Giorgia, lei ha iniziato un'altra battaglia.
«Un mese dopo ho fondato la Giorgia Libero Onlus, siamo 15 soci, su Facebook abbiamo 7.200 mi piace, raccogliamo fondi perchè vogliamo un ricercatore che studi il linfoma di cui era affetta Giorgia. E chiediamo che le strutture ospedaliere dialoghino tra loro e non si facciano influenzare dalle case farmaceutiche, che propongono medicinali diversi a secondo dell'ospedale».
Crede nella medicina alternativa?
«Sì che ci credo, abbinata però a quella tradizionale: l'omeopatia può aiutare a risollevare il fisico provato dalle sedute di chemio. Non bisogna avere preclusioni».
E Giorgia cosa pensava?

«Che bisogna combattere, provarci a ogni costo. Fino alla fine».
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Il Gazzettino