C'è anche un tedesco che tifa Italia. Si chiama Eike Schmidt, e come dichiara onestamente il cognome è un signore sommamente tedesco che di mestiere fa il direttore degli Uffizi...
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Si emoziona, Schmidt, nel raccontare quella convincente metafora di vita che è il calcio. L'Italia da sempre viene tacciata dai tedeschi di opportunismo calcistico, quasi di meschinità di gioco. «Sciocchezze, le regalerò una similitudine artistica: è come ai tempi del Rinascimento quando i tedeschi facevano il realismo nel piccolo ma si dimenticavano del grande quadro d'insieme, dell'invenzione, mentre gli artisti italiani guardavano il grande sistema senza dare importanza ai particolari. Il grande critico Roberto Longhi biasimava proprio la maniera alla tedesca, alla fiamminga, di cercare di rappresentare la realtà con troppi particolari e in modo freddo, senza grande emozione. Ecco, all'Italia anche nel calcio è rimasto il gusto geniale dell'invenzione, che non deve essere necessariamente tecnica». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino