Busetto, ricorso contro l'ergastolo

Busetto, ricorso contro l'ergastolo
La sentenza a carico di Monica Busetto deve essere annullata alla luce di «evidenti contraddizioni, discrasie ed errori di giudizio che inficiano la tenuta complessiva della...

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La sentenza a carico di Monica Busetto deve essere annullata alla luce di «evidenti contraddizioni, discrasie ed errori di giudizio che inficiano la tenuta complessiva della struttura argomentativa».

Lo scrivono gli avvocati Alessandro Doglioni e Stefano Busetto nel ricorso presentato pochi giorni fa di fronte alla Corte di Cassazione, alla quale chiedono di annullare l'ergastolo inflitto dalla Corte d'appello di Venezia per l'omicidio di Lida Taffi Pamio, l'anziana vicina di casa uccisa il 20 dicembre del 2012 a coltellate, dopo un tentativo di strangolamento, nel suo appartamento di viale Vespucci.
In quasi 120 pagine i due legali ripercorrono le fasi principali dell'inchiesta e del processo, focalizzando l'attenzione sui punti ritenuti essenziali.
LA CATENINA - Secondo la difesa non vi è prova che quella spezzata, rinvenuta a casa Busetto dalla polizia, sia quella rubata alla vittima e le motivazioni addotte dai giudici d'appello sono definite «carenti e contraddittorie».
CONTAMINAZIONE - Le tracce di dna della signora Taffi Pamio rinvenute su quella catenina sono frutto di una contaminazione, come avrebbe potuto provare una perizia che la Corte d'appello non ha voluto disporre: altro motivo di richiesta nullità della sentenza. La difesa, su questo punto, ha prodotto una memoria del professor Franco Taroni, ordinario di statistica forense alla Scuola di scienze criminali dell'Università di Losanna, in Svizzera. I difensori della Busetto sostengono che il materiale biologico ritrovato sulla catenina era troppo scarso e i risultati falsati; in ogni caso insufficienti a giustificare una condanna. Tanto meno al massimo della pena.
TRACCE TRASCURATE - Gli avvocati Doglioni e Busetto contestano alla Corte di non aver tenuto conto del dna maschile presente sulla scena del delitto: tracce finora non identificate, che aprono nuovi dubbi sulla ricostruzione del delitto. Nonché di aver ignorato il fatto che non è stata rinvenuta alcuna traccia della Busetto a casa della vittima.
LAZZARINI & BUGIE - La difesa della Busetto contesta infine alla Corte d'Appello di aver avuto una posizione contraddittoria su Susanna Lazzarini la donna che, dopo essere stata arrestata per il delitto di un'altra anziana, Francesca Vianello, ha confessato l'uccisione della Taffi Pamio. La Lazzarini ha fornito in successione diverse e contrastanti versioni, prima scagionando la Busetto, poi accusandola di complicità. I giudici la definiscono poco affidabile ma, secondo i legali, non hanno tenuto conto di ciò nella sentenza di condanna: dimostrazione della «illogicità manifesta della motivazione in relazione alle prove assunte in dibattimento».

L'udienza di fronte alla Suprema Corte si svolgerà nei prossimi mesi, probabilmente dopo l'estate. Nel frattempo Monica Busetto è detenuta.
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Il Gazzettino