Bus navetta dal Canova più pendolari che turisti

Bus navetta dal Canova più pendolari che turisti
IL REPORTAGETREVISO Qualcuno, in effetti, lo usa per arrivare a Treviso e fermarsi alcune ore magari per un giro in centro o per mangiare a qualcosa. La maggior parte però lo...

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IL REPORTAGE
TREVISO Qualcuno, in effetti, lo usa per arrivare a Treviso e fermarsi alcune ore magari per un giro in centro o per mangiare a qualcosa. La maggior parte però lo trova solo un ottimo mezzo per raggiungere la stazione dei treni e poi, in genere, Venezia. Dopo mesi di sperimentazione la navetta che collega centro e aeroporto Canova, Airlink, nata dalla collaborazione tra amministrazione comunale e Mom prima e Trenitalia poi, sta prendendo una sua fisionomia ben precisa. Che solo in parte è quella sperata inizialmente: il rosso bus che passa con cadenza regolare attraverso il centro ha sicuramente facilitato i collegamenti con lo scalo trevigiano e tolto qualche auto dalla circolazione, in certe fasce orari viaggia pieno e in altre mezzo vuoto, ma ancora non ha pienamente raggiunto l'obiettivo di portare turisti in città. Un breve viaggio lungo la tratta della navetta è sufficiente a farsi un quadro abbastanza preciso: Treviso deve ancora lavorare per diventare pienamente attrattiva e intercettare una percentuale ragionevole di viaggiatori concentrati essenzialmente su Venezia. Una grande fetta di chi atterra al Canova e sceglie Airlink non si ferma a scoprire Treviso, i suoi monumenti e mostre, ma si dirige subito verso la stazione per arrivare alla meta finale. Solo una percentuale non ancora significativa si ferma per un breve giro in città oppure per mangiare e bere qualcosa nella zona limitrofa della stazione.

IL RACCONTO
Lo spiega Luca, giovane arrivato nel primo pomeriggio da Napoli e diretto a Venezia: «Sono venuto in Veneto per lavoro, devo andare a Venezia e approfitterò per mangiare qualcosa al volo a Treviso e poi prendere il treno. Con l'applicazione di Trenitalia ho visto che c'era questo servizio a un prezzo conveniente. Così, ho preso subito il biglietto». Anche Luigi Calesso, rappresentante di Coalizione Civica, si è preso la briga di salire sul bus e osservare il comportamento di chi sceglie la navetta per arrivare in centro: «Andando a verificare di persona si può notare come solo una minima parte dei viaggiatori scendono alle fermate probabilmente per raggiungere i loro alloggi, mentre la maggioranza scende in stazione e solo pochissimi raggiungono il centro cittadino. Mi sembra evidente che il servizio è utilizzato in combinazione con il treno fino a Venezia per l'ottimo rapporto tra costo e tempo. È deludente nel fattore di attrazione verso la città stessa». Poi puntualizza: «Si sa che i visitatori e i turisti programmano il proprio itinerario e non cambiano per fermarsi a Treviso».
LA CITTA' DI APPOGGIO

Treviso però si conferma una formidabile città d'appoggio per chi punta a una breve vacanza a Venezia senza svenarsi: arrivare a Treviso costa meno. E in molto scelgono anche di pernottare in città e poi raggiungere la laguna via ferrovia. Lo ammette candidamente una coppia di norvegesi mentre attende di scendere davanti alla stazione: «Abbiamo scelto il bus più il treno perché alloggiavamo a Venezia e questo passaggio per Treviso ci sembrava l'opzione più economica per raggiungere l'aeroporto». Chi poi dal Canova deve solo arrivare in città senza prendere il treno o altri collegamenti, non sceglie Airlink che, a dire il vero, non è nato propriamente per questo target di clienti. Il biglietto di linea ordinario, 1,20 euro che però dal primo febbraio si alzerà a 1,50, si fa ancora preferire: «Sono appena andata a trovare la mia famiglia a Napoli e visto che vivo a Treviso non mi serve Airlink per arrivare in altre città, quindi farò il biglietto normale della Mom» spiega Giulia. Ultima annotazione: il servizio di Airlink viene sfruttato soprattutto da turisti, molto meno dai trevigiani che preferiscono farsi accompagnare direttamente in aeroporto da un familiare o amico oppure lasciare la propria macchina nel parcheggio.
Gaia Zaffalon
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Il Gazzettino