UDINE - (EV) Non si fermano le indagini sull'incidente del bus Erasmus costato la vita in Spagna alla giovane laureanda friulana Elisa Valent e ad altre 12 studentesse. Lo ha reso...
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L'inchiesta aveva rischiato di arenarsi quando, l'8 novembre 2016, il giudice istruttore Granell Rul aveva disposto l'archiviazione del procedimento ritenendo la condotta dell'autista non di gravità tale da potersi considerare penalmente rilevante secondo i criteri previsti dal codice penale spagnolo. Contro il provvedimento gli avvocati spagnoli delle famiglie delle vittime avevano tempestivamente proposto ricorso a metà novembre. E il 9 gennaio, in accoglimento del ricorso delle famiglie e della stessa Procura spagnola, il nuovo giudice istruttore del Tribunale di Amposta, subentrato al collega, aveva revocato l'ordinanza di archiviazione, disponendo la riapertura delle indagini e l'interrogatorio dell'autista.
Interrogato il 3 febbraio, il conducente si è avvalso della facoltà di non rispondere al Pm, limitandosi a rispondere solo a quelle del suo difensore. In quella sede l'autista, «facendo retromarcia rispetto a quanto dichiarato subito dopo l'incidente, ha negato di essersi addormentato e ha attribuito la causa del sinistro al funzionamento difettoso del sistema di frenatura del pullman, cosa che però era stata categoricamente esclusa dalla perizia effettuata dalla polizia spagnola», fa sapere l'avvocato Perosa.
«La decisione della Corte d'appello, sulla quale nutrivamo la massima fiducia, è accolta con grande soddisfazione dalle famiglie delle vittime, che si sentono come liberate da un grosso peso e intravedono ora la possibilità concreta che venga finalmente individuato il responsabile della tragedia che le ha colpite», continua l'avvocato Cesare Perosa.
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Il Gazzettino