Le voci circolano da qualche giorno, e sono sempre più insistenti. E ad alimentarle è proprio Luigi Brugnaro che, dal palco del centro pastorale cardinal Giovanni Urbani, si fa...
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Il corteggiato ci scherza su e si schermisce: «Vi ringrazio - dice Bellati - ma devo prima consultarmi con le quattro liste che mi appoggiano». Troppo tardi, però, per non dare fiato alle voci di un accordo preventivo tra lui e Brugnaro che in questi giorni stanno facendo infuriare i leghisti «non tosiani».
Numerosi gli argomenti affrontati e proposti dalla Pastorale sociale e del lavoro insieme alla "Rete" che in questi mesi ha dialogato su lavoro, povertà, famiglia, sicurezza, ambiente e cultura. E la discussione si è scaldata particolarmente sul tema del lavoro e del bilancio. Giampietro Pizzo presenta la sua ricetta: «Cento milioni con l'aumento di un punto di Iva, altrettanti da una "revisione" della macchina comunale e 30 milioni dall'Europa». Camilla Seibezzi punta a rinegoziare con il Governo i termini del Patto di stabilità e sulla progettualità europea: «È una risorsa infinita - dice - Intanto però bisogna rivedere il sistema delle partecipate». Su una cosa sono tutti d'accordo: Zappalorto non può approvare il bilancio. «La situazione peggiorerebbe ulteriormente - commenta Zaccariotto - Da sindaco salverei il sociale, ora compromesso dai tagli, e punterei sui prepensionamenti per recuperare almeno 14 milioni di euro». Brugnaro punta sul lavoro: «Dobbiamo riportare in città le fabbriche, il manifatturiero e i piccoli negozi». E punzecchia Felice Casson: «Io non posso fare il magistrato, ma il lavoro è il mio campo». Casson rilancia: «Le isole hanno dei problemi, Mestre ne ha altri e Marghera altri ancora. Non c'è una soluzione unica ma l'idea comune è quella dell'efficienza. E io sono contrario a nuove tasse, puntiamo invece sul turismo». Anche Scano è per un intervento sul patto di stabilità: «Ma è comunque necessaria una razionalizzazione della spesa. Per il lavoro puntiamo sulla green economy e le energie rinnovabili». Bellati vuole «semplificare»: «Le imprese altrimenti non ce la fanno e scelte come quelle delle Ztl demotivano. Serve un ufficio serio di progettazione europea». Fanno sorridere invece, in sala, le provocazioni di Francesco Mario D'Elia: «Un sindaco non può fare niente, l'unica possibilità è un intervento del governo. Già sarà difficile impedire la costruzione di nuovi grandi magazzini».
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Il Gazzettino