TRIBUNALEROVIGO Archiviata l'indagine a carico dell'ex pugile Antonio Brancalion, 44 anni, sempre per l'ipotesi di reato di stalking nei confronti dell'ex compagna con la quale ha...
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ROVIGO Archiviata l'indagine a carico dell'ex pugile Antonio Brancalion, 44 anni, sempre per l'ipotesi di reato di stalking nei confronti dell'ex compagna con la quale ha avuto una lunga e turbolenta relazione, costellata da colpi bassi e riappacificazioni. Come era accaduto nel 2013, quando la donna l'aveva denunciato per stalking: era scattato anche l'arresto, ma la querela era stata poi ritirata e i due si erano rimessi insieme con tanto di servizio su Visto dal titolo: Prima l'ho spedito in galera, poi me lo sono ripreso in casa. Il fatto oggetto della denuncia per la quale il giudice per le indagini preliminari, Raffaele Belvederi, ha emesso l'ordinanza di archiviazione, a seguito dell'ultima udienza del 29 giugno, con Brancalion difeso dall'avvocato Marco Casellato, risalivano proprio al periodo immediatamente successivo all'assoluzione che il pugile aveva ottenuto a luglio 2017, nel processo di primo grado per stalking, sempre nei confronti della ex, per i fatti accaduti nell'estate del 2016, che lo avevano visto nuovamente arrestato. Già poche ore dopo la sentenza assolutoria di tre anni fa, questa la nuova accusa poi caduta, avrebbe ripreso a inviare messaggi alla ex che sarebbero stati ritenuti minacciosi, spingendo la donna a denunciarlo. Anche su Facebook Brancalion, pugile professionista dal 1996 e laureatosi campione dell'Unione europea dei mediomassimi, è tornato a parlare delle loro vicende: «Mi aveva chiesto di mandare privatamente in Whatsapp foto mie privatissime perché si sbloccasse psicologicamente. Questo non lo sopporto, perché per salvarsi le ha presentate al giudice: lesa la mia immagine. Il mio nome è stato infangato: chiederò un risarcimento». Nell'ordinanza, il gip Belvederi sottolinea che «si tratta di pochissime condotte» e che «non vi è motivo di ritenere che l'indagato avesse la volontà di molestare o minacciare l'ex compagna, stante la dichiarata convinzione di essere lui oggetto di molestie da parte di lei e della cerchia delle sua amicizie e comunque, intendendo muoversi, forse con eccessiva petulanza, questo non può nascondersi, per ottenere un risarcimento del danno. Le condotte in contestazione, di per sé considerate, non sono idonee a integrare l'elemento oggettivo del delitto in questione. Peraltro, sussistendone le condizioni, nulla vieta che le medesime vengano accorpate all'interno del procedimento attualmente pendente in fase dibattimentale, formando oggetto di contestazione suppletiva».
L'11 febbraio scorso l'ex pugile è stato rinviato a giudizio dal giudice per le udienze preliminari Pietro Mondaini, sempre per stalking, per fatti dell'estate del 2018.
F.Cam.
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Il Gazzettino