Botte e violenze tra le mura di casa A Venezia un crimine quotidiano

Botte e violenze tra le mura di casa A Venezia un crimine quotidiano
I DATIVENEZIA Poco meno di un caso al giorno. La violenza in famiglia, in provincia di Venezia, è un fenomeno quasi quotidiano, come sottolineano i dati dello scorso anno della...

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I DATI
VENEZIA Poco meno di un caso al giorno. La violenza in famiglia, in provincia di Venezia, è un fenomeno quasi quotidiano, come sottolineano i dati dello scorso anno della polizia.

A confermare la delicatezza della questione, ci sono le schede del protocollo Eva, la procedura che codifica le modalità di intervento nei casi di liti in famiglia e che consente di così di inserire nella banca dati delle forze di polizia una serie di informazioni utili per l'operatore del pronto intervento in caso di nuova richiesta. Grazie a questo protocollo, appunto, gli agenti delle volanti vengono aggiornati sulla situazione della famiglia in cui devono intervenire (senza la necessità quindi di precedenti penali, perché non è detto che una situazione di violenza si traduca necessariamente con una denuncia, un processo e una condanna) per valutare in tempi rapidi il miglior modo di procedere.
E nell'ultimo anno di protocolli ne sono stati attivati appunto 263, a cui si aggiungono un arresto, 2 misure di prevenzione e 7 denunce per maltrattamenti in famiglia. In 26 casi è stato necessario creare dei canali preferenziali di comunicazione tra la questura e alcune donne in situazione di allarme. Ovvero: il loro telefono non era al sicuro e si è preferito, quindi, attivare una comunicazione segreta.
PREVENZIONE
Le schede di rilevazione del protocollo Eva, inoltre, vengono inoltrate, in forma anonima, al Ministero dell'Interno, che le cataloga e sottopone all'esame di un gruppo di studio.
A livello territoriale, sono le divisioni anticrimine della questure che si occupano dell'attività di prevenzione e coordinamento delle iniziative a tutela dei soggetti vulnerabili, anche attraverso la campagna Questo non è amore, che prevede metodi specifici di studio dei singoli fenomeni (atti persecutori, maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale, femminicidio), e anche altre strategie di sensibilizzazione ed informazione come l'Ascolto Protetto, il protocollo Sara e il Progetto Camper.
TAPPA VENEZIANA
E proprio il camper della polizia (non fisicamente, portarlo in città avrebbe comportato qualche difficoltà, ma con uno stand che proporrà lo stesso materiale informativo) questa mattina alle 10, in occasione della festa degli innamorati, approderà in Campiello San Vidal. La tappa veneziana fa parte di un progetto itinerante e mette a disposizione della collettività la consulenza di poliziotti, medici, psicologi e operatori dei centri antiviolenza. Una vera task force di esperti a disposizione delle persone in difficoltà. Sarà possibile, quindi, sfruttare la presenza del camper per consulenze sulle metodologie di intervento, per segnalare situazioni sospette o anche per denunciare veri e propri casi di violenza. La tappa coincide, peraltro, con il primo compleanno del protocollo Eva.

Davide Tamiello
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino