Botta e risposta tra ex parroci: «Quando perdoni guarisci»

Botta e risposta tra ex parroci: «Quando perdoni guarisci»
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LO SCENARIO
ALBIGNASEGO Botta e risposta tra i due ex parroci. La faida intestina nella parrocchia di San Lorenzo, con le segnalazioni alla Curia che hanno portato all'allontanamento di don Marino Ruggero, continua a portare con sé strascichi e contrapposizioni. Don Carlo Daniele, parroco dal 1990 al 2017, l'altro ieri aveva punzecchiato il suo successore: «Sulla gestione economica io non ho nulla da nascondere, su presunti preti pedofili invece se lui sa qualcosa vada a fare denuncia». Pronta, su Facebook, la replica telegrafica di don Marino: «Quando perdoni guarisci, quando lasci andare cresci». Un messaggio criptico, certo. Un messaggio che però conferma la voglia di don Marino di continuare a togliersi ogni sassolino dalle scarpe.

LA VICENDA
Tutto è iniziato il 2 gennaio quando don Marino, parroco di San Lorenzo di Albignasego dall'autunno 2017, si è dimesso in accordo con il vescovo Cipolla. «Comportamento non conforme allo stato clericale» ha spiegato la Curia, aggiungendo che don Marino avrebbe violato «l'obbligo di celibato». Il sacerdote padovano, 54 anni, si trova ora sotto processo canonico e sarà giudicato dal Tribunale Ecclesiastico.
La vicenda però non è affatto finita qui, perché il diretto interessato ha deciso di incassare il colpo e rilanciare: «La Curia mi mette sotto processo canonico perché avrei violato l'obbligo del celibato? Allora io sono pronto a dare i nomi e le prove di preti pedofili, preti gay e preti che hanno fatto abortire le donne e che ora guidano grosse parrocchie della nostra Diocesi». Parole pesanti come macigni. Parole a cui è arrivata una risposta altrettanto dura. «Si prende le responsabilità di ciò che ha detto. Se ha le prove, me ne dia conto e si rivolga anche alla Procura» è il succo del messaggio diffuso da monsignor Claudio Cipolla. Il prete è stato ascoltato dai carabinieri e la Procura di Padova ha aperto un fascicolo.

Il botta e risposta con il predecessore don Carlo Ruggero, invece, nasce da un'altra bordata lanciata da don Marino: «Dopo pochi mesi che ero parroco sono spariti dieci anni di registri economici, forse ero scomodo e qualcuno voleva tenermi nascosto qualcosa». Soldi, sesso e fango, nella faida di San Lorenzo.
Gabriele Pipia
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Il Gazzettino