BORCA/PIEVE «Era passata da prelievi di importi limitati a un aumento di

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BORCA/PIEVE«Era passata da prelievi di importi limitati a un aumento di soldi presi in cassa mensilmente del 70%». È questo che ha fatto insospettire i bancari e gli amici...

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BORCA/PIEVE
«Era passata da prelievi di importi limitati a un aumento di soldi presi in cassa mensilmente del 70%». È questo che ha fatto insospettire i bancari e gli amici della novantenne di origine padovana (nata a Conselve) che era venuta ad abitare a Vodo per la sua vecchiaia. Da lì partirono le indagini dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Belluno illustrate ieri in aula dal maresciallo maggiore Fabio Schiavone. Era chiamato come teste del pm nel processo che vede alla sbarra Nadia Storti, 68enne difesa dall'avvocato Luca Maria Ferrucci del Foro di Trieste, che è accusata di circonvenzione di incapace. La vittima è parte civile con l'avvocato Giulia Munerin di Calalzo, che si è costituita parte civile affinché la donna veda risarciti i danni. Si parla di 41mila euro che la donna, fingendosi amica, si sarebbe fatta consegnare nell'anno 2017, fino a febbraio 2018. Accompagnava l'anziana in banca, all'Unicredit di Borca e alla Cassa di Risparmio del Veneto di Pieve di Cadore. «Il collega che faceva cassa- ha spiegato ieri la bancaria Paola Marinotti - vedeva che faceva prelievi sempre più alti e veniva con una donna con accento triestino». Gli impiegati nel parlarono con il direttore. «Spiegai all'anziana - ha proseguito la Marinotti - che da quel momento in poi avrebbe potuto prelevare al massimo 300 euro al mese e lei apparve preoccupata. Ma non per la cifra, ma per come avrebbe potuto dirlo all'amica. Ripeteva: Adesso come faccio a dirglielo».

Il carabiniere ha spiegato che tutto è iniziato da una denuncia presentata ai militari di Pieve di Cadore, oltre che dai bancari anche dall'amico della 90enne che si era accorto che c'era qualcosa di strano. La difesa dell'imputata, ha puntato fin dall'udienza preliminare, sul fatto che l'anziana fosse pienamente capace di intendere e volere. Contro questa tesi però c'è, al momento, l'audizione protetta della 90enne, che era affiancata dallo psichiatra Tullio Franceschini, effettuata il 13 marzo 2018 nel corso delle indagini. Il carabiniere ieri ha ripercorso i prelievi che venivano effettuati in banca, dove a fianco dell'anziana c'era sempre la triestina nel 2017. «Nel 2016 all'Unicredit i prelievi furono di 3350 euro in totale - ha detto - nell'anno successivo, quando andava con l'amica, i prelievi totali furono di 24mila 300 euro con un aumento del 70%. La stessa cosa in Cassa a Pieve: a fonte di 5mila euro prelevati a Pieve si è passati a 15mila 500 euro del 2017».
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Il Gazzettino