Boom delle carni bianche: «Ma servono fondi per la competitività del settore»

Boom delle carni bianche: «Ma servono fondi per la competitività del settore»
BASSA PADOVANACrescono consumi e produzione nel settore dell'avicoltura e Coldiretti Padova risponde chiedendo risorse dal Recovery per ridurre la dipendenza dall'estero. I dati...

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BASSA PADOVANA
Crescono consumi e produzione nel settore dell'avicoltura e Coldiretti Padova risponde chiedendo risorse dal Recovery per ridurre la dipendenza dall'estero. I dati di cui è in possesso l'associazione di categoria parlano di un incremento di consumo di carne avicola negli ultimi 10 anni del 20%, dato che si è passati dai poco più di 17 chili agli attuali oltre 20 chili pro-capite. Nello stesso periodo il sistema produttivo italiano è stato in grado di assecondare la richiesta, «grazie in particolare agli allevatori veneti sottolinea Coldiretti - che portano la Regione ad essere leader assoluta a livello nazionale».

I NUMERI

La provincia di Padova, in particolare, vanta numeri davvero notevoli. «Nella nostra provincia, - fa sapere Coldiretti Padova - sono presenti 303 allevamenti avicoli con oltre 5,3 milioni di capi, il 12% sul totale regionale, con una significativa concentrazione nella Bassa Padovana». Il presidente di Coldiretti Padova Massimo Bressan afferma: «Il settore delle carni bianche potrebbe essere considerato un modello dal punto di vista dell'autosufficienza. Il Veneto infatti ha aumentato la propria produzione di circa 100mila quintali (+18%). Il numero degli allevamenti è rimasto, invece, sostanzialmente uguale, ma è aumentata la capacità di accasamento teorica e quindi produttiva di circa il 30%». Aggiunge Bressan: «Con la pandemia da covid si è aperto uno scenario di riduzione degli scambi commerciali, accaparramenti, speculazioni e incertezza che spinge la corsa dei singoli Stati ai beni essenziali per garantire l'alimentazione della popolazione. La paura di non poter soddisfare i bisogni primari come il cibo ha convinto la stessa Unione Europea a lanciare una consultazione pubblica per raccogliere contributi dagli operatori, ma anche dalle autorità e dai cittadini per realizzare un piano finalizzato a conquistare l'autosufficienza alimentare». A livello nazionale Coldiretti ha fatto presente che l'emergenza covid ha innescato un nuovo cortocircuito sul fronte delle materie prime anche nel settore agricolo. «L'Italia è fortemente deficitaria ed ha bisogno di un piano di potenziamento produttivo e di stoccaggio per le principali commodities, dal grano al mais fino all'atteso piano proteine nazionale per l'alimentazione degli animali in allevamento per recuperare competitività rispetto ai concorrenti stranieri», sostiene la Coldiretti.
Ca.B.
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Il Gazzettino